
L’Università Hermanos Saíz Montes de Oca di Pinar del Río ha assegnato il titolo di Dottore Honoris Causa in Scienze Sociali al rinomato intellettuale cubano Abel Prieto.
La cerimonia è stata presieduta da Yorki Mayor, rettore dell’istituzione, che ha segnalato la ricca formazione
accademica e l’opera letteraria di Prieto, che è originario della regione.
Durante l’evento è stata sottolineata la maniera in cui Abel Prieto ha combinato la sua carriera politica con il lavoro intellettuale.
È stato sottolineato che il suo lavoro è fondamentale per la crescita della cultura cubana e per la conservazione del patrimnio culturale, facendo enfasi nel suo contributo all’identità nazionale e alle tradizioni dell’America Latina e dei Caraibi.
«Per me è un onore immenso, e lo apprezzo particolarmente perché viene da questa università che si chiama Hermanos Saíz. Io ho conosciuto Sergio Saíz nell’infanzia, era molto amato dalla mia famiglia e impartica lezioni in un’accademia di mio padre», ha ricordato l’intellettuale premiato.
Poi ha risaltato quanto ama Pinar del Río, e citando parole di un’altra nota figura della cultura nazionale , l’indimenticato Enrique Núñez, ha detto che non si può essere patrioti in astratto: «Per essere patriota devi cominciare ad amare la tua patria piccola», ha precisato.
Parlando delle scienze sociali e umanistiche un campo eccezionale nella difesa del paese, ha detto che risulta essenziale fare quel che ha chiesto il presidente Miguel Díaz-Canel nella chiusura dell’Assamblea Nazionale:
rieditare una vendetta di Cuba nelle reti sociali.
Abel Prieto è nato a Pinar l’11 novembre del 1950. È un professore scrittore e politico cubano, e così com’è stato precisato nella cerimonia la sua formazione gli ha permesso d’essere riconosciuto come uno dei più lucidi espositori dell’ideologia rivoluzionaria, distinto per la sua sorgente cognitiva e la profondità dei concetti che difende.
Tra questi, e con un grande significato, ci sono le sue riflessioni contro la colonizzazione culturale egemonica e il consumo acritico dell’industria culturale straniera, di fronte ai quali colloca il ruolo dell’educazione e
dell’insegnamento della storia come scudo nella lotta per la salvaguardia nazionale. (GM/Granma Int.)