
Firmava Pedro de la Hoz, e lo si doveva leggere.
Presentati da questo credito nascevano testi squisiti, intelligenti, ironici e le pagine di questo giornale ricevevano il prestigio di una visione del mondo molto ampia e una comprensione sino alla radice dell’essenza culturale cubana.
Ora che Pedro è morto a 71 anni dopo averci dato, con gli ultimi mesi della sua vita, una lezione commovente di dedizione e nobiltà, nelle sue compagne e nei suoi compagni della Redazione Culturale e di tutto il giornale resta l’orgoglio d’avere così condiviso tempo e sforzi con un giornalista eccezionale.
Poche volte come in lui è stata forte l’integrità nella specializzazione, la sapienza nella semplicità. Nonostante tutte le responsabilità e gli onori Pedro ha continuato ad essere un giornalista di fila, che scriveva con disciplina, un giornalista con olfatto, in allerta di fronte al fatto e alle notizie.
Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha lamentato nel suo account n X la morte del noto giornalista, Premio Nazionale di Giornalismo José Martí, «che per 35 anni ha fatto parte dello staff di Granma e ha trasmesso le sue sentite condoglianze alla famiglia, ai compagni e agli amici.
Per decisione familiare, il cadavere sarà cremato e gli si renderà omaggio in una cerimonia pubblica oggi nella Sala Villena della sede nazionale dell’Unione degli Scrittori e degli Artisti di Cuba, tra le dieci di mattina e le tredici.
Già semente nella storia di queste pagine Pedro continuerà nel presente un’esecuzione di giornalismo che ha marcato con il suo magistero di lucidità, impegno e d’eccellenza . (GM/Granma Int.)





