OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Il 20 ottobre, nella Piazza dell’Inno di Bayamo è stata ricordata la prima interpretazione pubblica – 155 anni fa– della nostra marcia guerriera ed è stato celebrato il Giorno della Cultura Cubana. Foto: Mailenys Oliva Ferrales 

BAYAMO, Granma.-Con un «canto» alle essenze che dobbiamo salvaguardare come nazione, è stata ricordata il 20 ottobre, nella storica Piazza dell’Inno di questa città, la prima interpretazione pubblica – 155 anni fa – di La Bayamesa, divenuta il nostro Inno Nazionale.
Nella commemorazione presieduta da Rogelio Polanco Fuentes, membro della Segreteria del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e capo  del suo Dipartimento Ideologico; dalla vice prima ministro Inés María Chapman Waugh, e dalle massime autorità del Partito e del Governo in Granma- sono stati evocati i fatti avvenuti nella giornata del 20 ottobre del 1868, quando dopo l’entrata trionfale dei mambì a Bayamo, il  patriota Pedro (Perucho) Figueredo, a cavallo, fece conoscere agli abitanti della città le parole della nostra marcia guerriera.
La  gala culturale -alla quale hanno partecipato artisti, personalità e intellettuali del paese che hanno partecipato alla 29ª Festa della Cubania, con una rappresentazione del popolo bayamese, ha celebrato il Giorno della Cultura Cubana con versi di José Martí, canzoni e danze, che hanno elogiato i valori patrii e le più radicate tradizioni artistiche dell’Isola.
Lì, dalla simbolica piazza nella quale si forgiò la nazione, è stato reso omaggio a figure e a gruppi insigni della cultura cubana, come Luis Carbonell, Pablo Milanés, il pittore granmense Alexis Pantoja, e l’Orchestra Originale di Manzanillo.
Nel discorso centrale della manifestazione, Yasel Toledo Garnache, vicepresidente nazionale dell’Associazione Hermanos Saíz, ha deto che ci sono molta bellezza e molta poesia in quell’azione sublime di donne e uomini che posero la Patria e l’ansia di un paese più giusto al centro dei loro sforzi.
Poi ha aggiunto che «Indubbiamente la cultura è sempre quello che ci salva. Lì ci sono le essenze, l’energia, lo spirito sfidante, l’affanno di realizzare quello che sembrava impossibile. Lì palpita anche la nostra identità come nazione e popolo».
Al termine della commemorazione, Polanco Fuentes ha deto alla stampa che il 20 ottobre inalbera anche la battaglia permanente del popolo cubano
per la sua indipendenza e sovranità.
«È un giorno per dimostrare che siamo sempre uniti nella difesa dell’identità nazionale, di fronte all’ondata colonizzatrice che tentano d’imporre da quei centri egemonici che pretendono di cancellare la cultura nazionale», ha sottolineato.  ( GM/ Granma Int.)