OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
*Opera Autoritratto, 2004, olio su tela. 

Holguín.–­La morte dell’artista Cosme Proenza (pittore, illustratore, muralista e disegnatore) ha preteso la mattina di lunedì 12 di porre un velo oscuro sulla vita culturale di questa regione e inoltre, cosa impossibile, sulla luce che l’artista ha sempre progettato e progetterà.
Anni fa, in una breve conversazione con questo giornalista, confessò che amava i mascheroni di prua
Poi seppi che qualsiasi forma avessero, li aveva presi come simbolo della capacità per combattere le tormente della vita di fronte alle quali non poche volte naufragano i creatori.
A volte furono brezze leggere e isolate, e altre veri uragani di passione, ma non giunse mai perduto sulle coste, su una tavola malconcia.
Quando qualcuno pensava che si era arreso, il suo pennello, mosso più dallo studio e la laboriosità che dalla magia, consegnava un’opera sorprendente.
Un pomeriggio di molto tempo fa, a Gibara, nella galleria dove sono esposte parte delle sue creazioni,  davanti a una delle interpretazioni che aveva realizzato sul celebre pittore francese Henri Matisse, aveva chiarito a un gruppo di giornalisti che avendo dedicato vari anni allo studio della storia  dell’arte, aveva il diritto di giocare con lei.
Passò il tempo e ogni volta che mi fu possibile cercai le sue opere.
Non l’ho fatto mai con l’occhio e la mente addestrate di un critico d’arte, perchè non lo sono. Ma scopersi nelle sue immagini, tra molte cose, una sorprendente miscela di scene del medioevo europeo e della vita della nostra isola delle Antille.
Ho visto molta gente davanti ai suoi quadri. Alcuni passavano molto tempo contemplandoli.
In un’occasione qualcuno che mi accompagnava disse che era perché non li capivano. Il mio interlocutore si sbagliava. Gli spettatori non se ne andavano perchè vivevano intensamente ogni linea di quest’uomo che speronava  con sapienza singolare, i misteri della creazione.  (GM- Granma Int.)