
Portano sulle spalle, come il popolo che li segue, la forza di un paese. Hanno guadagnato il rispetto del pubblico perchè non sono degli artisti che vanno «pregando che li censurino per diventare famosi», sanno che i cammini si fanno a colpi di sangue e speranza.
Buena Fe, il gruppo che per due decenni ha cantato l’Isola da quel che la fa più grande a quello che le manca, è stato bersaglio di manipolazioni mediatiche. In questa occasione i prestanome di quelli che vogliono vedere Cuba sottomessa hanno utilizzato le presentazioni posposte – non cancellate - in Canada.
«Dal 2020, assieme a un’impresa canadese, erano stati organizzati concerti per lanciare il disco /Carnal/.
È arrivata la pandemia e sono stati spostati al 2021», ha spiegato Israel Rojas in una diretta nelle reti sociali.
«Tra le persone che avevano comprato i biglietti a Toronto, a Montreal, e a Ottawa, nessuno aveva la restituzione del denaro e questo ha permesso di mantenere le date», ha assicurato il leader del gruppo, aggiungendo che la COVID-19 non ha permesso che realizzassero questi spettacoli.
«Ora nel 2022, il Governo del Canada non riconosce le vaccinazioni cubane e di fronte a questa situazione gli organizzatori ci chiedono amabilmente di vaccinarci con un altro vaccino, per poter fare i concerti, ha sottolineato.
La risposta a una tale domanda non poteva essere diversa da quella data da Yoel Martínez, fondatore di Buena Fe: «Siamo vaccinati con la nostra vaccinazione (…), non ne necessitiamo altre per andare in nessun posto».
Israel Rojas ha segnalato: «Noi abbiamo composto /La forza di un paese/. Conosciamo gli staff che hanno fabbricato le nostre vaccinazioni cubane. Veramente credono che saremo tanto incoerenti da vaccinarci con un’altra? Noi andremo a suonare lì dove si riconoscano le nostre vaccinazioni (…) per la gente che vuole andare ai nostri concerti».
Simultaneamente all’ondata di notizie false generate di fronte alla posizione dei membri di questo gruppo, le reti sociali sono servite anche da scenario per dimostrare l’ammirazione del pubblico per questi creatori impegnati con l’arte e la loro nazione.
L’ etichetta #ConBuenaFeYo è stata condivisa da migliaia di naviganti. Nel suo account di Twitter, l’Eroe della Repubblica, Gerardo Hernández, ha pubblicato: «Loro sono questo: orgoglio per gli onesti e vergogna per i codardi!».
Kenelma Carvajal, vice ministro di Cultura, ha pubblicato:«Sono profondamente orgogliosa di loro. Il popolo di Cuba li ammira per l’immenso talento e il coraggio di difendere i loro principi e gli ideali». Con Buena Fe c’è Cuba, non lo dicono le reti, lo dice il popolo vaccinato e sovrano». ( GM-Granma Int.)