
In quest’ultima XXVIII Fiera Internazionale del Libro di Cuba, in corso in questi giorni nella splendida cornice del complesso Morro-Cabana, sono stati presentati due lavori di grande interesse.
Il primo, di cui si è discusso domenica 10 febbraio,è un interessante intreccio fra storia e finzione narrativa.
Introdotto dalla bella presentazione del giornalista Rodolfo Zamora,lo scrittore italiano Roberto Fraschetti, pur non essendo cubano, è riuscito a cogliere alcuni aspetti peculiari della Cubania, miscuglio misterioso ed affascinante di Europa, Africa, e indigeni caraibicii, religioni e santeria, spirito ribelle e patriottismo.
Attraverso la saga della famiglia Gutierrez ci racconta quasi due secoli di storia di Cuba, che si snoda in quattro romanzi, partendo dall’ 800, con “Tabacco” per arrivare alla vittoriosa epopea della Sierra Maestra e del Trionfo de la Revoluciòn, e con l’ingresso di Fidel a La Habana, con il volume “Il vento prima del vento”, che conclude il ciclo narrativo.Lo stile semplice e accattivante, l’intreccio di avventure, amore, intrighi e passioni con la storia viva e reale ne fanno una lettura divertente ed istruttiva.
Il secondo lavoro, presentato lunedì 11 dal bravo Franco Zunino, coordinatore della regione Liguria dell’ Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, che ne scrive anche il prologo, è scritto da Federico Traversa con il titolo “CabezaArriba” ed è dedicato ad una delle figure più amate dell’ Italia degli ultimi anni: Don Andrea Gallo, “ prete di strada” come egli stesso si definiva, prete partigiano, che ha trascorso l’intera vita a fianco degli “ultimi”, dei diseredati, dei reietti della società.
Nella città di Genova, dove visse ed operò, è tuttora attiva la Comunità di San Benedetto al Porto, da lui fondata, che si occupa attivamente di tutti coloro che non hanno nulla, senza distinzione di sesso, nazionalità o religione.
Il motivo della sua presentazione a Cuba è dato, oltre che dal suo amore per “La Isla grande”, dalla presenza di due capitoli dedicati a due italiani molto amati nell’isola.
Uno è Fabio Di Celmo, giovane ligure rimasto ucciso il 4 settembre 1997 dalla bomba che esplose nell’hotel Copacabana, posta dal terrorismo cubano-americano di PosadaCarriles. L’altro italiano ricordato nel libro è Gino Donè Paro, l’italiano del Granma, unico europeo che partecipò alla vittoriosa spedizione che liberò Cuba dalla dittatura batistiana.
Due libri molto diversi fra loro, uniti però dalla passione per l’Isola e dalla voglia di scavare fino alla radice delle cose.





