
La realizzazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, appare nella scena mondiale come una volontà che vuole fermare l’attuale modello insostenibile che esclude e ruba lo sviluppo, ma questo dipenderà inevitabilmente dalla mobilitazione del potenziale umano, le capacità scientifiche e tecnologiche e i valori umanistici che potrà promuovere l’educazione superiore.
Il ministro d’Educazione Superiore, José Ramón Saborido Loidi, nella conferenza che ha inaugurato il Congresso Università 2018 nel Teatro Karl Marx, ha detto che questa è una sfida che ha assunto Cuba, e lo fa con l’esperienza d’aver formato quasi un milione e mezzo di professionisti dal 1959 e di contare con il 12% della sua popolazione con un livello universitario.
Il membro del Burò Politico e primo vice presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha partecipato all’inaugurazione, in cui il titolare del settore ha detto che il modello di università che Cuba ha costruito va definita come umanista, moderna, scientifica, tecnologica e innovatrice, unita alla società e impegnata con la costruzione della nazione.
Questo si nota, dando solo un esempio, nella partecipazione dei professori e investigatori universitari e l’attualizzazione del modello economico sociale cubano nelle trasformazioni che avvengono nella stessa educazione superiore.
«Si tratta, ha aggiunto il Ministro, di continuare a migliorare la pertinenza e la qualità di un sistema totalmente gratuito».
Saborido Loidi ha indicato alcune sfide dell’insegnamento nella regione, tra le quali la necessità di un’università impegnata con la società, l’ottenimento di un’educazione come bene pubblico, come diritto umano universale, la qualità della formazione dei professori, il maggior utilizzo delle tecnologie dell informazione e le comunicazioni e la battaglia contro la mercificazione dell’ educazione superiore.
A 20 anni dal primo Congresso Università, e quando si compie il centenario della Riforma di Córdoba, l’evento che si svolge nel Palazzo delle Convenzioni sino al 16 febbraio riunisce circa 2000 partecipanti di 60 nazioni e vuole divenire uno spaio aperto per il dialogo, come ha suggerito il segretario esecutivo, Omar Herrera. (Traduzione GM – Granma Int.)






