OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Photo: Yander Zamora

Senza protocollo e molto identificato con il baseball, Diplo è andato sul palcoscenico della Tribuna Antimperialista José Martí con la maglia della squadra di Cuba di baseball (la pelota). Portava il numero 10 e si può dire che questo numero ha corrisposto al concerto di domenica con Major Lazer, cioè il massimo della votazione.

Per quasi quattro ore e con almeno 400.000 spettatori, cifra offerta dall’Istituto Cubano della Musica - Thomas Wesley Pentz (Diplo), Walshy Fire e Jillionaire (Cristopher Leacock) hanno fatto ballare una grande massa umana riunita nel Malecón habanero.

Lo spettacolo è iniziato con una presentazione dei Djs produttori cubani: Reitt, Adroid, IA e Lejardi - tutti fanno parte del catalogo del Laboratorio Nazionale di Musica Elettroacustica – che hanno lasciato la pista bollente al gruppo di rumba   Osaín del Monte, che con la sua ritmata melodia insulare ha offerto un momento di calma, per poi tornare all’agitazione del ritmo assordante e contagioso di Major Lazer.

Anche se nello spettacolo il gruppo degli artisti ha ripassato il repertorio della sua carriera, si sono concentrati nel disco più recente *La pace è la Missione*, e quando hanno suonato *Lean on* ed è entrata in scena nella Tribuna la giamaicana Nailah Thorbourne, l’entusiasmo collettivo è giunto al suo punto più alto, un sentimento ripetuto con * Where are ü now?*, il successo che li porterà al Grammy anglosassone quest’anno.

Photo: Yander Zamora

Con un mix pieno di chiare allusioni al merengue di Puerto Rico e dominicano e al hip hop giamaicano, Diplo e i suoi colleghi hanno offerto uno spettacolo senza precedenti per la musica elettronica nell’Isola, usando supporti digitali, con un corpo di ballo che marcava il passo dei ritmi e soprattutto un forte vincolo con il pubblico.

“C’incantano L’Avana, Cuba… Siamo Major Lazer”, hanno detto e non è stata una frase vuota, ma tutto il contrario.

Major Lazer ha lasciato un’impronta nel pubblico cubano, quello stesso che sta già aspettando il passaggio dei Rolling Stones nell’Isola più grande delle Antille. (Traduzione GM – Granma Int.)

Photo: Yander Zamora