
I ricordi di momenti con un uomo, nella memoria di tre personalità cubane di differenti ambiti, l’evocazione di una storia raccontata a tre voci, come premio di un pomeriggio di giovedì 18, nella Casa dell’Alba Culturale a L’Avana, ha arricchito i festeggiamento delle 25ª Fiera Internazionale del Libro con il Colloquio dedicato al più importante artefice e protagonista della Rivoluzione Cubana, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz.
Katiuska Blanco, giornalista, scrittrice e investigatrice, Abel Prieto, assessore del Presidente dei Consigli di Stato dei Ministri e il Comandante della Rivoluzione Guillermo García Frías, in questo ordine, hanno aiutato a delucidare il Fidel che loro conoscono, a mostrare l’uomo al di là dell’eroe, la sua guida innata e la sensibilità che non è mai diminuita, nemmeno nei tempi più duri che gli è toccato vivere.
Ed anche la fede nella gente, l’alone della vittoria che lo perseguita come un ombra, e i mille e uno aneddoti, che lo fanno più nostro, più umano, più Fidel.
Per il Comandante Guillermo García Frías, Eroe della Repubblica di Cuba, l’orgoglio espresso per averlo accompagnato in questo lungo e difficile tragitto è stato segnato da momenti indimenticabili, istanti che lui accarezza con il passare degli anni. E adesso li condivide. Ricorda ai presenti al Colloquio i dettagli del primo incontro, quando sbarcò nel 1956 nel luogo sbagliato e quasi impenetrabile.
“Quando ho incontrato Fidel pensavo di trovare un uomo disanimato” (per le vicissitudini dello sbarco, il battesimo del fuoco e la dispersione dei ribelli, ma in cambio vide un uomo che sembrava aver vinto tutte le guerre.
A García Frías sembra che furono solo ieri quei 30 chilometri percorsi in tutta una notte con lui, l’espressione che “adesso sì che vinciamo la guerra, il rispetto che generava anche negli avversari, il suo trattamento dei prigionieri delle forze contrarie, la solidarietà e lo spirito collettivo con le sue truppe ed anche la tavoletta di cioccolato che mandò a dividere in 26 porzioni, per ingannare lo stesso numero di stomaci affamati.
“Un uomo che non somiglia a nessuno, confessa, un avvocato delle sue idee. prima le forma e poi le difende con forza. Se si guarda la volontà di un uomo, afferma concludendo i suoi racconti, questo è Fidel Castro, queste sono le azioni di Fidel, quello che se perdeva un compagno in combattimento passava un giorno di malattia, di sofferenza. Poi Guillermo cita con lettere maiuscole questo amico delle mille battaglie.
“Abbiamo una fortuna tremenda, abbiamo Fidel che compie 90 anni, abbiamo Raúl il suo migliore alunno e una gioventù che è quello che vale di più, con una storia così grande, perché la storia della Patria è un debito che abbiamo contratto”.
Abel Prieto, in un percorso della relazione del leader con la cultura e senza dimenticare ogni momento, aiuta a riscoprirlo con le azioni, la sua esemplarità. Una delle caratteristiche più vistose è quella di un uomo con una visione strategica verso il futuro, una passione per il dettaglio, un perfezionista del dettaglio, ma soprattutto una personalità sensibile alla realtà degli altri.
Deciso a rompere il circolo vizioso della marginalità ed anche a combattere qualsiasi sintomo d’ingiustizia, quello stesso che una volta ha detto alla gente “ leggi”, prima di dire “credi”.
La Blanco, che è autrice tra i vari titoli sulla vita di Fidel dei libri *Todo el tiempo de los cedros* e *Fidel Castro Ruz, Guerrillero del Tiempo. Conversaciones con el líder histórico de la Revolución Cubana*, descrive - nel suo primo turno alla parola il primo incontro e il suo stupore di fronte all’erudizione di lui, alla sua capacità di sedimentazione delle conoscenze e dell’ascolto e questa qualità così sua di precedere i suoi contemporanei e il suo tempo.
Parlando del Comandante in Capo le passano davanti volando i consigli – un’idea si sviluppa - i dialoghi, le ore di una vita, a flash. E dichiara che Fidel comincia da un punto minimo nella vita e termina facendo alberi frondosi con tutto quello che si propone.
Questo lo ha percepito ognuno degli ascoltatori e dei seguaci dell’opera del leader che sono stati lì, portando a casa un compendio di riflessioni, con i titoli sulla vita di chi risulta per molti professionisti del mondo giornalistico una delle personalità, se non la principale che vorremmo avere nella sedia dell’intervistato. Questo statista, politico, leader, intellettuale, guerrigliero, stratega, ma prima di tutto uomo del popolo, del suo popolo, con il quale noi cubani risparmiamo i formalismi per la familiarità che ispira e l’amore che suscita, e che preferiamo chiamare con cinque lettre che comprendono la grandezza e l’umanesimo di colui che li coltiva: Fidel! (Traduzione GM – Granma Int.)