
25 ottobre 2015
Più di mezzo secolo dopo la loro prima vignetta, totalmente emancipati dai creatori originali, l’irriducibile Astérix il gallo e il suo inseparabile amico Obélix hanno reclutato un personaggio tanto attuale come Julian Assange, per lottare contro i romani e quindi affiliarsi all’immortalità.
Il fondatore di WikiLeaks è uno dei grandi personaggi di "Asterix e il papiro di Cesare", un album messo in vendita in quattro milioni di copie il numero 36 della saga iniziata nel 1956 dal già scomparso René Goscinny e dall’ottuagenario Albert Uderzo, continuata dal disegnatore Didier Conrad e dallo sceneggiatore Jean-Yves Ferri, tutti e due di 56 anni.
Il nuovo titolo, fedele alla sua tradizionale linea chiara e amabile di stile franco-belga, giunge due anni dopo "Astérix e i Pictos", firmato dai nuovi artista con la supervisione di Uderzo.
L’atmosfera del nuovo album è la stessa di sempre: Giulio Cesare che vuole spazzare via l’ultimo villaggio che resiste al suo impero, banchetti a base di cinghiali, il cagnetto Idefix, la pozione magica di Panorámix... e Doblepolemix, un personaggio che non è stato chiamato "Wikilix" per non renderlo troppo evidente.
Giulio Cesare è al punto di terminare la sua grande opera “Commenti sulla guerra delle Gallie”, nel quale cita il problema del celebre villaggio, quando un consigliere di comunicazione (Bonus Promulus) gli suggerisce d’eliminare questo passaggio per assicurare il successo editoriale del manoscritto.
Giulio Cesare acconsente senza sospettare che il papiro cadrà nelle mani di Doblepolemix, che filtrerà il testo ad Astérix e Obélix, e farà iniziare così una nuova sequela di romani sbatacchiati dall’astuto piccolo eroe baffuto e dal suo compagno di avventure bonaccione.
L’alter ego di Assange non è l’unico parallelo dell’album con la realtà, dove il consigliere di Cesare è ispirato nel pubblicista francese Jacques Séguéla, consigliere alle comunicazioni del defunto presidente François Mitterrand, recentemente criticato per una lapidaria frase in tempi di crisi: "Se a 50 anni non hai un Rolex, la tua vita è un fallimento”.
Nelle pagine di Astérix hanno sfilato Kirk Douglas e Tony Curtis, passando per Johnny Hallyday, Sean Connery e The Beatles, infiltrati in "Astérix in Bretagna" nel 1965, nel momento di pieno apogeo del quartetto di Liverpool.
"Astérix y el papiro del César", tradotto in 24 lingue e dialetti, con spagnolo, catalano, euskera, galiziano e asturiano, così per dirne alcune, si allinea alla crescente tendenza di recuperare i grandi comics dopo la ritirata dei loro autori.
È il caso di "Corto Maltés", che l’editrice Casterman ha resuscitato grazie agli spagnoli Rubén Pellejero e Juan Díaz Canales dopo 23 anni di silenzio , o di "Ric Hochet", che ritorna cinque anni dopo la sua morte in Tibet, con testi e vignette di
Simon Van Liemt e Zidrou per le Edizioni Le Lombard. (Traduzione GM – Granma Int.)





