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La Fundazione CIFO (Cisneros Fontanals Art Foundation), ha auspicato l’esposizione di un gruppo di opere del cubano Gustavo Pérez Monzón, un creatore con pezzi nel Salone di Maggio e la Biennale di Parigi.

Monzón smise di dipingere alle fine degli anni ’80 per decisione personale, ma lo si ricorda ancora come uno dei partecipanti alla mitica esposizione collettiva Volume UNO.

L’artista ha dedicato gran parte della sua vita all’insegnamento artistico e nell’attualità dirige l’Accademia Morelense delle Arti, nello stato di Cuernavaca, in Messico.

Dopo aver esposto a New York, il cubano Alexandre Arrechea presenta nel suo paese natale un nuovo progetto di riflessione intimista, con il titolo affascinante “La mappa del silenzio”, che la curatrice Corina Matamoros associa a una mappa di navigazione e ne segnala la messa a fuoco “in quello che non è stato detto, anche se è ovvio”.

La specialista in arte ha parlato di una proposta rivelatrice dell’occulto in sei opere molto diverse, perchè la serie include due acquarelli di grande formato, una video proiezione, un tappeto e l’esecuzione diretta di un murale di 25 metri sulla parte della galleria di transito.

“Arrechea convince come artista con lo splendore del suo impulso creatore”, ha dichiarato Corina Matamoros.

Il progetto di Luis Enrique López per la Biennale consiste nel mostrare al pubblico 10 composti velenosi concepiti in laboratorio, partendo da piante tossiche cubane, con rigore scientifico.

Manifesti e video documentazioni del processo di fabbricazione formano parte della pubblicità dei prodotti, indirizzati a 10 destinatari puntuali, artisti contemporanei vivi eletti da López partendo dal suo interesse personale, in un gesto di singolare omaggio contraddittorio.

I composti si trovano nelle vetrate esterne dell’Edificio dell’Arte Universale e nel vestibolo del Centro d’Informazioni Antonio Rodríguez Morey, dell’Arte Cubana.

Un pioniere del lavoro in formato di video e video-installazione, Raúl Cordero, esibisce per la prima volta in Cuba un gruppo di dipinti iniziati nel 2011, ai quali lavora tuttavia.

In accordo con il catalogo, i quadri presentano testi che sono riflessioni e interrogativi dell’artista rispetto a questioni di natura diversa, carichi della potenzialità del revaival, che terminano per erigersi in “memorabilia”.

Transient poetry (poesia passeggera), è il titolo della mostra con un intervento e un audio - visivo di Cordero sulla facciata principale dell’Edificio dell’Arte cubana del Belle Arti. (Traduzione GM - Granma Int.)