OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE

Sono tempi di rivolgerci al Che, all’uomo nuovo che andò oltre gli schemi del concetto per porre carne e spirito a quello che molti chiamarono utopia. 
Ci si deve rivolgere al Che di fronte al risorgere del neo fascismo, delle profonde disuguaglianze e il disprezzo della vita, quando l’orrore si tergiversa a favore del genocida e il bambino palestinese- al quale rubano la speranza- è colpevole della sua sorte. 
Chiamiamo Ernesto davanti alla menzogna della normalità dell’odio e l’aspirazione di truccare il colonialismo e l’imperialismo – del quale non ci si può fidare neanche un pochimo così – come l’opzione di un sogno. 
Nè santo nè dio, l’uomo nato a Rosario, che percorse l’America Latina e seppe dei suoi dolori, che giunse a Cuba nel Granma  e fece storia nell’Isola ribelle, che partì per l’Africa - perchè altre terre del mondo reclamano il concorso dei miei modesti sforzi - e cadde nelle mani dell’odio a La Higuera, si elevò alla statura dei  grandi che l’asciano solo il loro esempio come eredità. 
Il Che rinasce eroe nell’amore per il simile, nella costanza dell’idea giusta e nella militanza rivoluzionaria. Solo con la sua vita il Guerrigliero è diventato storia.
L’uomo eroe, l’uomo nuovo, il cittadino del mondo migliore che è possibile, quello dal bel nome, Ernesto, rinasce ogni 14 giugno, para continuare ad essere l’incubo dei codardi. ( GM/ Granma Int.)