OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Sempre con il popolo, preoccupato per i suoi problemi. Photo: Estudios Revolución

Va realizzato con capacità per andargli addosso e disarmare lo sbirro che viene per te, per arrestarti, lasciarlo a bocca aperta, neutralizzare tutta la sua pattuglia e sfuggire a una morte indiscutibilmente sicura assime ai tuoi fratelli di nobile causa e di lotta.

No. Non è una scena cinematografica. È un fatto reale in Cuba, il cui protagonista non è un attore, ma un giovane rivoluzionario di nome

Raúl Castro Ruz, dopo l’assalto alla Caserma Moncada, mentre le

fiere della tirannia batistiana chiedevano sangue con chiunque e in qualsiasi modo.

Come non coincidere con Fidel? Se quel giorno Raúl non avesse agito così con il coraggio e la determinazione che gli avevano messo nelle vene Lina e  Ángel, lo avrebbero liquidato poche ore dopo come tanti, senza il diritto ad un nuovo giorno, di divenire più modello della prigione dell’Isola dei Pini, a

vivere in esilio, a far parte dell’equipaggio del Granma, a non arrendersi in  Alegría de Pío, a riapparire armato a Cinco Palmas, mettendosi la Sierra in un taschino e fondare un fronte di battaglia: il Secondo Frente Frank País García.

Ma dai! Fratello di Fidel e con questi «tuoni», cambiando il fango in oro, il ragazzo non poteva risultare gradito a coloro che vivono in e del fango.

Per questo non stupiscono i soprannomi di uomo retto, intollerante, impositivo e altri “attributi” che gli hanno imposto.

Questi ragazzi di oggi che non portano armi da fuoco ma cellulari (forse non meno pericolosi o vulnerabili nel contesto ideologico attuale) devono conoscere cose che non sempre giungono per la via del banco scolastico.

Per esempio, quel giovane Comandante guerrigliero, definito un duro, in meno di dieci mesi organizzò dipartimenti di GiustiZia, Sanità Ribelle, Opere Pubbliche, Tesoreria, Propaganda e Ispezione; conquistò diverse caserme e posti della Guardia Rurale, sequestrò mucchi di armi al nemico, organizzò ospedali e punti medici di campagna, costruì scuole e centinaia di chilometri di strade e di linee telefoniche.

Qualcuno dubita che quello era la stessa Rivoluzione?

Per questo, e per numerose altre qualità: fedeltà a prova di bomba, lealtà ai principi, profondo umanesimo, senso del dovere, permanente ottimismo, sacrificio senza limite, intransigenza di fronte al mal fatto, cubanissimo umorismo, enorme passione come padre, nonno, sposo, amico e fratello incondizionale…

In effetti: il fratello che non gli mancò mai, chi crede ancora di sentire nitida la sua voce chiamando a  «no, non inganniamoci credendo che d’ora innanzi tutto sarà facile. Forse d’ora in avanti tutto sarà più difficile». Chi non ha mai dimenticato che unità è anche la lotta comune contro gli annessionisti, i vendi patria, i corrotti… Lui, che dalla altezza della storia reiterò a Santiago nel gennaio del 2024 che «usciremo da queste difficoltà come abbiamo fatto sempre: combattendo!».

Sono 94 calendari dal suo arrivo al mondo in uno dei villaggi cubani, a

Birán.

Oggi le braccia del nostro Raúl sono aperte all’abbraccio che, caspita!, continueremo a dargli milioni di cubani grati. (GM/Granma Int.)