La persona che commette azioni vandaliche contro qualsiasi infrastruttura della società ed è cosciente che sta provocando danni, guasti e pericoli, si considera autore del reato di sabotaggio
Lo stabilisce il Dictamen 475, approvato dal Consiglio di Governo del Tribunale Supremo Popolare, con il fine d’interpretare e uniformare la pratica giudiziaria sui fatti vandalici che hanno danneggiato mezzi di trasporto pubblico, gruppi elettrogeni e parchi fotovoltaici che formano parte del Sistema Elettrico Nazionale, così come infrastrutture e servizi di telecomunicazioni, e tecnologie dell’informazione e le comunicazioni.
Maricela Sosa Ravelo, vicepresidente del Tribunale Supremo Popolare, parlando del documento, appena pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, nella sua edizione straordinaria numero 29, ha spiegato che si determina che, quando i fatti commessi provocano lesioni gravi, la morte di persone, o pongono in pericolo la sicurezza collettiva, si considerano una modalità aggravata che prevede condanne da dieci e 30 anni di detenzione, l’ergastolo o la condanna a morte.
Nel caso in cui non ponga in pericolo il benessere della persona, la cornice della sanzione è tra sette e 15 anni di detenzione, come si legge nel Codice Penale Sosa Ravelo ha dichiarato che il dictamen si pronuncia anche su quelle sanzioni accessorie che possono essere accompagnate dalle sanzioni principali nominate precedentemente.
Sulle sanzioni accessorie che possono essere accompagnate dalle sanzioni principali nominate prima, si appellerà alla confisca o il sequestro dei beni e la proibizione dell’uscita dal territorio nazionale, « sino a che il colpevole paghi questi danni non potrà uscire dal territorio nazionale anche quando avrà scontato la condanna di detenzione che era stata imposta».
La Vicepresidenta del Tribunale Supremo Popolare ha riferito che questa norma chiama alla razionalità, a un rigore nella sanzione, alla rapidità delle documentazioni dei fatti, così come l’individualizzazione, in dipendenza dalle condizioni e dalle caratteristiche personali di chi commette il reato che danneggia la popolazione.
Un aspetto nuovo, ha dichiarato Sosa Ravelo, è che il tribunale giudicante, nel momento in cui considera che la persona è autore del reato e le impone una condanna, può disporre che non abbia diritto alla libertà condizionale sino a che non avrà scontato almeno due terzi della condanna.
Ai colpevoli dichiarati responsabili dei reati si applicano le aggravanti regolate dall’articolo 80 del Codice Penale, riferito all’intervento come membro di un gruppo formato da tre o più persone, la partecipazione di minori di 18 anni d’età, l’utilizzo di mezzi che provochino un pericolo comune, approfittando la notte, per lucro, se hanno ingerito molti alcolici o sostanze illecite, e si considererà il caso d’aver previsto le conseguenze della loro azione.
Quando si decida la scarcerazione anticipata di condannati per reati di questa indole i giudici e gli assistenti giudiziari incaricati del controllo dell’esecuzione incrementeranno la vigilanza e il controllo del comportamento dei commissori e la forma in cui rispettano gli obblighi di condotta, sia nel luogo di residenza che nel centro di lavoro.
La Vicepresidente del Tribunale Supremo ha aggiunto che la mancanza di rispetto reiterata di questi obblighi darà luogo alla revoca del beneficio e alla sua detenzione in prigione per il tempo che resta della condanna originalmente imposta.