OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
È impossibile non pensarlo, sempre che si parli della costruzione socialista e della difesa delle sue conquiste. Photo: Vicente Brito

Una pleiade di eroi illumina la nostra storia. Tutti con meriti inestimabili, di provato valore e irrinunciabili principi. Tra loro in maniera peculiare spicca un uomo di umilissime origini e simili attitudini di fronte alla vita, al popolo e alla Rivoluzione: Juan Almeida Bosque, nato a L’Avana il 17  febbraio del 1927, che dedicò la sua esistenza alle cause giuste, mentre pativa la crudezza della discriminazione e del resto dei mali di una Repubblica subordinata al potere imperiale.
La sua impronta, come parte della generazione che non permise che l’Apostolo morisse nell’anno del suo centenario, lo ha reso eterno anche nei muri della Moncada , nelle celle del mal chiamato Presidio Modello; nell’esilio  messicano e nella preparazione della lotta; nel Granma, nella
Guerriglia, nel suo 3º Fronte Dr. Mario Muñoz Monroy, in «questo giorno di gennaio che pose fine all’ingiusto».
È impossibile non pensarlo, sempre che si parli della costruzione socialista e della difesa delle sue conquiste.
Ma  Almeida sta, soprattutto nel cuore del suo popolo di «bianchi e negri tenendosi per mano (...) della fraternità, del negro e del
povero riscattato, con il bianco e il ricco resi uguali»; questo che onora e assume che in questa terra non c’è resa possibile.
Questo popolo che lo ricorda negli angoli conversando in maniera affabile, preoccupato e occupato per le più diverse situazioni, che canticchia La Lupe, Este camino largo, Mejor concluir, Vuelve pronto, o qualsiasi altra delle sue trecento composizioni musicali, situandolo in un punto d’onore.
Almeida sta sula collina La Esperanza, guidando i suoi compagni di lotta e dove gli si rende omaggio in questo 17 febbraio,
Ci ha anche lasciato, come presenza indiscutibile, il suo sensato consiglio  «per coloro che hanno il dovere di dare continuità al nostro processo»,
ricordando «come eterno combattente, un pensiero di Maceo: Voglio avere  la gloria d’aver  contribuito al bene e all’indipendenza di Cuba, e portare, con orgoglio, il titolo di buon cittadino, che fa spiccare e dà grandezza quando si ottiene senza macchia». (GM/Granma Int.)