
La possibilità che il nostro Eroe Nazionale José Martí fosse nato nella Fortezza di San Carlos de La Cabaña fu suggerita al dottore Gonzalo de Quesada y Miranda dalla signora Isabel Fernández del Castillo (Cocola) e il suo sposo, il signor Emilio D. Cassi.
Il padre di Cocola Fernández, il signor Miguel Fernández Ledesma, fu amico e compagno di Martí nel presidio e inoltre lo accolse in casa sua quando l’Apostolo visitò Nuova York, il 3 gennaio del 1880.
Quando Mariano Martí y Navarro sbarcò a Cuba, proveniente dalla Spagna, nel 1850, aveva 34 anni. Era scapolo e ostentava il grado di primo sergente del Corpo d’Artiglieria.
Era stato assegnato alla guarnigione della Reale Fortezza di San Carlos de La Cabaña,
a L’Avana.
Leonor Pérez Cabrera, proveniva da Santa Cruz di Tenerife, nelle Isole Canarie.
Era giunta a L’Avana nel 1842. Dal 1846, sua sorella Rita era sposata con Juan Martín Navarro, tenente d’Artiglieria e cugino di Mariano Martí.
Le nozze si celebrarono il 7 febbraio del 1852, nella chiesa Parrocchiale di Monserrate, e andarono a vivere in una casa a due piani nella calle Paula, al No. 41, dove nacque un maschio il 28 gennaio del 1853, che venne chiamato dai genitori José Julián.
Lì il piccolo diede i suoi primi passi e visse sino alla metà del 1856, quando la famiglia si trasferì in una casa in calle de la Merced, No. 40.
LA CASA DI PAULA No. 41
Il primo omaggio che ricevette José Martí in Cuba avvenne il 28 gennaio del 1899, quando un gruppo d’emigrati cubani provenienti da Cayo Hueso viaggiarono a L’Avana. In una solenne cerimonia posero una targa nella facciata della casa di Paula, No. 41, fissata come luogo della nascita
dell’Apostolo.
Tra i presenti c’erano la sua anziana madre, sua sorella Amelia, sua moglie Carmen Zayas Bazán e suo figlio José Martí y Zayas Bazán, così come un numeroso gruppo di patrioti che avevano lottato con lui, e altri cubani.
L’idea degli emigranti era d’acquistare la casa per donarla al popolo. Con questa finalità, il 19 luglio del 1900, si costituì l’Associazione Por Martí, che aveva l’incarico di conseguire i fondi, che furono riuniti molto rapidamente grazie alle numerose donazioni provenienti da dentro e fuori dell’Isola.
Poi il Vescovo de l’Avana intercedette per far sì che il Monastero di Santa Caterina da Siena, che era proprietario della storica casa acconsentisse a venderla per una somma uguale a quella che aveva pagato.
Il 14 dicembre del 1901, davanti al Notaio de L’Avana, il dottor Federico de Mora, si verificò l’operazione.
Il prezzo pagato fu di 3 000 pesos.
Immediatamente, la casa fu consegnata in usufrutto a donna Leonor Pérez, come aveva accordato l’Associazione. Alla morte di questa, il 9 giugno del 1907, e in accordo con quanto stipulato divenne proprietà del popolo cubano.
In quell’epoca l’Associazione era già sparita e al suo posto operava un Comitato Esecutivo che decise, dato che Leonor aveva lasciato quattro nipoti molto poveri, che era ragionevole che ricevessero la rendita dell’immobile.
Dal 1913, era stato notificato al Presidente della Repubblica lo stato d’abbandono della casa natale di José Martí, e fu richiesto il suo intervento per restaurarla e preservarla. Ma non si fece nulla.
Il signor Luis Izquierdo era il solo che l’abitava nel 1917. Disse che pagava l’affitto alle signorine Carmela, Pilar e Angélica Radillo, nipoti di Martí (zio) e nipoti (nonna)di donna Leonor.
Da quella data quell’inquilino non pagò più l’affitto e inoltre rifiutava d’abbandonare l’immobile. Il capo locale della Sanità decise di dichiarare la casa inabitabile e il Sindaco de L’Avana ordinò lo sfratto, quasi a forza, il 12 maggio del1921.
Nel mese d’ottobre dello stesso anno una commissione presieduta dal Sindaco e dall’architetto municipale visitò la casa per valutare lo stato in cui s’incontrava e determinare le opere di restauro che si dovevano affrontare.
Si designò una Giunta Padronale, nel giugno del 1924, che nominò il signor Arturo R. de Carricarte come direttore tecnico del Museo, e che immediatamente cominciò a lavorare, con molte difficoltà, sino a realizzare l’inaugurazione del museo il 28 gennaio del 1925.
UNA COMMissione PeR INVESTIGARe LA CERTEzZA DElle AFfeRMAzioni
Quando giunse al dottor Gonzalo de Quesada y Miranda, la versione che l’Eroe Nazionale era nato nella Fortezza de La Cabaña e non nella casa della calle Paula, No. 41, lui suggerì a Sara del Prado, che era segretaria delle Relazioni Culturali dell’Associazione delle Dame José Martí, che si doveva realizzare una rigorosa investigazione per determinar la certezza delle affermazioni.
La Del Prado, a sua volta, trasferì lo scritto del dottor Gonzalo de Quesada y Miranda al Presidente
dell’ Accademia di Storia, che nella sua sessione del 23 novembre del 1934, designò una Commissione formata dagli accademici, perchè realizzassero l’investigazione richiesta.
La Commissione consegnò un riassunto nel quale si faceva constare la testimonianza d’Amelia Martí de García, l’unica sorella sopravvissuta dell’Apostolo, dell’emigrato rivoluzionario dottor Juan O'Farrill, del signor Juan Ramón García e sua moglie María Gutiérrez y Febles, vice presidente e presidente, rispettivamente,
dell’Associazione de las Señoras y Caballeros Por Martí, che comprò la casa di Paula 102, oggi Leonor Pérez 214, e del signor Sebastián Gelabert y Ferrer, che nacque nella stessa nel 1863.
Tutti assicurarono, secondo i documenti citati nel riassunto, che José Martí nacque, effettivamente, nel tante volte citato immobile Paula 41, poi 102, e oggi Leonor Pérez 214.
Inoltre nel riassunto si aggiunge che le fotografie in relazione con la sistemazione della lapide dell’Emigrazione di Cayo Hueso in onore di Martí, rinforzavano l’affermazione che l’Apostolo era nato lì, segnalando soprattutto il fatto che alla cerimonia erano presenti Leonor Pérez, l’anziana madre del Maestro, sua sorella Amelia, sua moglie Carmen Zayas Bazán, suo figlio José Martí y Zayas Bazán, un gran numero di patrioti e emigrati sopravvissuti che lottarono con Martí per Cuba Libre, tra i quali «suo fratello dell’anima», Fermín Valdés Domínguez.
Faceva anche constatare l’inesistenza o la non presentazione di alcun documento firmato direttamente da Leonor Pérez, dove si faceva constatare che suo figlio era nato in Paula 41, e che questo era avvenuto per una «deplorevole omissione, per trascuratezza o per non averlo considerato necessario, o ancora data l’età avanzata e gli acciacchi della signora madre».
Comunque la Commissione dichiarò che non era stato apportato nessun documento che variasse la versione accettata come certa che «José Martí Pérez, Apostolo delle libertà cubane, nacque nella casa di calle Paula NO.41». (GM/Granma Int.)
Fonti: Paula numero 41, di Jorge Quintana, Rivista Bohemia, 1ro. febbraio del 1953. Rivista Carteles,1ro. febbraio del 1953, e Leonor y Mariano, padres de Martí, di Olivia América Cano Castro. •




