
Osvaldo López Corso, capo del Gruppo d’Esplorazione e Giacimento dell’Unione Cuba-Petrolio (Cupet) ha spiegato a Granma che alla fine del 2024, la mancanza di risorse materiali e di finanziamenti ha fatto sì che la produzione del greggio nazionale sia diminuita di 138 028 tonnellate al di sotto dell’indice reale stimato e questo significa l’ottenimento del 98,5 % del petrolio equivalente.
«Senza dubbio, ha detto, anche se si producono 40 000 barili al giorno, questo copre solo la terza parte del suo consumo e gran parte di questa produzione proviene dalla striscia petrolifera nazionale cubana, un’area sfruttata da 50 anni», ha precisato.
LA PRODUZIONE
López Corso spiegando le condizioni necessarie per rendere possibile l’incremento della produzione nazionale, ha puntualizzato che come primo passo è necessario che i fattori naturali siano propizi: «Ci vuole una roccia che genera il greggio, un’altra che lo raccoglie e una che sia il sigillo per accedere attraverso i pozzi».
Inoltre, ha spiegato ancora, si devono realizzare investigazioni per incrementare il fattore di recupero (la percentuale o la frazione del volume del greggio che si trova nel sottosuolo, che è stato estratto da un giacimento e s’incorpora alla produzione), «dato che i pozzi cubani producono solo il 6 % del greggio che c’è nel sottosuolo e il processo di produzione è molto complesso».
Aumentarlo, ha detto, significa portare questo valore al 10% o 11% e questo raddoppierebbe la produzione.
Poi ha affermato che Cupet, attraverso la politica dell’investigazione ha identificato zone nelle quali esistono giacimenti petroliferi: «per esempio, Boca de Jaruco, tra Fráile e Jibacoa, la zona de L’Avana dell’Est e Alamar, e a sud i giacimenti di Puerto Escondido e Canasí.
SFIDE
Secondo López Corso, ottenere finanziamenti che sostengano tutta l’infrastruttura petrolifera, per perforare più pozzi e incrementare la produzione, è una delle grandi sfide che esistono attualmente.
Le linee di produzione, ha spiegato ancora, i tubi, i contenitori e gli impianti di trattamento del greggio sono molto danneggiati per la presenza molto elevata di zolfo contenuto nel petrolio nazionale e la vicinanza di questi macchinari al mare.
Ugualmente è vitale scoprire greggio con una migliore qualità e incontrare giacimenti nelle coste esterne.
Per questo, ha indicato, si deve ricorrere a imprese straniere, molte delle quali hanno limiti per via delle misure del blocco imposto dagli Stati Uniti a Cuba.
«Siamo obbligati a ricorrere all’investimentp straniero per far sì che i progetti siano realizzabili, e innamorare queste imprese perché vogliano venire a Cuba».
LE PROSPETTIVE PER QUEST’ANNO
Quest’anno si prevede d’eseguire una campagna esplorativa con la perforazione di vari pozzi, e nuovi dati sismici a sud di Varadero permetteranno di localizzare possibili giacimenti.
Con questa campagna, ha risaltato López Corso, si otterranno tre – cinque nuove scoperte, e questo permetterà un sostenuto incremento della produzione.
Inoltre le imprese straniere che operano a Cuba otterranno nuove scoperte nei loro blocchi corrispondenti.
IL SETTORE PETROLIFERO IN CUBA
Geologicamente, Cuba ha a sud l’arco vulcanico dei Caraibi e a nord il bordo meridionale della piattaforma nordamericana. La maggior parte della produzione petrolifera in Cuba si localizza in un settore tra l’Avana e Matanzas dove si trova il giacimento più grande che possiede di riserve geologiche nell’ordine di 10 000 milioni di barili. Quasi tutto il territorio cubano, di circa 100 000 km², ha prospettive per l’esplorazione petrolifera come inoltre tutta la zona di acque poco profonde e la loro estensione verso la zona di acque profonde.
A Cuba sono state scoperte varie decine di giacimenti di petrolio, la maggior parte di questi di petrolio molto pesante, anche se ne esistono anche di petrolio leggero, medio e molto leggero.
I giacimenti si trovano fondamentalmente nel mare e sono raggiunti dalla terra con perforazioni orizzontali e questo permette non solo d’accedere al giacimento, ma anche d’ottenere una maggior produttività.
La Zona Economica Esclusiva (ZEE) di Cuba nel Golfo del Messico, condivide gli stesi scenari, la stessa roccia madre, le riserve e i sigilli della prolifica conca petrolifera del Golfo del Messico dove sono stati scoperti giacimenti giganti e si è sviluppata una delle più grandi industrie a livello mondiale.
Nella ZEE di Cuba nel Golfo del Messico esistono vari prospetti cartografati, che si stima contengono più di10 000 milioni di barili di petrolio estraibile di buona qualità (>20o API).(GM/Granma Int.)
Fonte: Piattaforma Investimento in Cuba, Ministero del Commercio Esteri.