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La stagione ciclonica del 2019 cominciò il 1º giugno nella nostra regione geografica. Photo: Archivo

Il pronostico stagionale emesso dagli specialisti del Centro del Clima e del Centro dei Pronostici dell’Istituto di Meteorologia, predice che la stagione ciclonica 2024 sarà molto attiva in tutta la conca dell’Atlantico nord (che comprende anche il golfo del Messico e il mar dei Caraibi), dato che si prevede la formazione di venti tormente tropicali delle quali undici potrebbero raggiungere la categoria d’uragano.
Il dottor Ramón Pérez Suárez, uno dei creatori del pronostico cubano per predire il probabile comportamento dell’attività ciclonica nella nostra area geografica d’interesse, asieme alle dottoresse Cecilia González e Maritza Ballester (già deceduta), ha informato Granma che del totale di organismi tropicali con nome previsti, quattordici si svilupperanno nella zona oceanica dell’Atlantico, quattro nel mare dei Caraibi e altri due nel golfo del Messico.
Risulta opportuno ricordare che per la serie di anni compresa tra il 1991 e il 2020, la media storica annuale della creazione di sistemi ciclonici tropicali è di quattordici.
Il dottor Pérez Suárez, ha indicato che le probabilità che si origini e s’intensifichi almeno un uragano sono molto alte, l’85%, mentre sono del 70% per il caso che uno di provenienza atlantica penetri nel mare dei Caraibi.
Poi ha precisato che il pericolo che Cuba venga colpita da almeno un uragano è molto elevata, con l’80% di probabilità.
In quanto alla possibilità d’impatto con l’Isola grande delle Antille di almeno un ciclone tropicale, la cifra è del 90%.
Consultato sul tema, l’investigatore del  Centro del Clima  ha precisato che le condizioni oceaniche e atmosferiche sull’ Atlantico e il mare
dei Caraibi, saranno molto favorevoli allo sviluppo dell’attività ciclonica,
considerando i valori molto alti sella temperatura superficiale del mare (da giugno del 2023 ad aprile del 2024 hanno toccato cifre records
 ogni mese per il periodo 1951-2024) e l’osservato  debilitamento dell’evento El Niño/Oscillazione del Sud (ENOS), che deve terminare in maggio per poi stabilire condizioni neutrali.
A tutto questo si unisce l’alta probabilità che un nuovo evento La Niña/Oscillazione del Sud (AENOS), sorga ed entri in pieno sviluppo a partire da luglio o agosto.
Consistente in un raffreddamento anomalo della temperatura oceanica nell’Oceano Pacifico equatoriale, La Niña suole provocare una diminuzione del detto taglio  verticale del vento nelle alture nella conca dell’Atlantico, un fattore chiave per la formazione  e l’intensificazione dei cicloni tropicali.
Un’attualizzazione di questo pronostico, emesso dall’Istituto di Meteorologia dal 1996, si farà all’inizio d’agosto. (GM/ Granma Int.)