OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
La direzione della Rivoluzione è stata caratterizzata in questi 65 anni per la sua trasparenza e lo spirito autocritico, dibattendo con il popolo qualsiasi insufficienza, cosciente che solamente tra tutti saremo capaci di sradicarle. Photo: Estudios Revolución

(Versioni Stenografiche  della Presidenza della Repubblica)

 Compatrioti:

Arriviamo al 65º anniversario del trionfo della nostra Rivoluzione socialista.  Le sfide e gli impegni affrontati per giungere sino qui sono stati tanti, ma ne è valsa la pena e l’opera della Rivoluzione e le sue conquiste sociali, anche in mezzo alle difficoltà, lo dimostrano.
Il primo pensiero dei cubani è stato per Fidel in questa storica commemorazione, soprattutto qui nell’eroica città di Santiago di Cuba che custodisce i suoi resti immortali e anche per tutti i caduti nel nobile proposito di conquistare e preservare l’indipendenza della Patria.
Ci congrega lo stesso luogo dove Fidel proclamò il Primo Gennaio del 1959, il trionfo dell’unica Rivoluzione esistita in Cuba, iniziata il 10 Ottobre del 1868 da Carlos Manuel de Céspedes, il Padre della Patria e questa piazza porta il suo nome.
Per paradossi della storia, l’allora nascente impero yanquee realizzò l’occupazione militare di Cuba il primo gennaio del 1899, e quindi mantenne esattamente 60 anni il suo dominio sulla nostra Isola
Una delle più vergognose e indignati occupazioni dell’occupante in quei giorni fu impedire l’entrata nella città delle truppe dell’Esercito di Liberazione, comandate dal maggiore generale Calixto García, senza la cui  azione, non ci sono dubbi, gli spagnoli avrebbero sconfitto in tutta la linea quegli arroganti ma abbastanza inetti invasori.
Per questo Fidel, quando si trovò alle porte di Santiago, affermò nel suo discorso per Radio Ribelle: “Stavolta i mambì entreranno a Santiago
di Cuba […]  La storia del ‘95 non si ripeterà”, aveva concluso.
Ricordo quella memorabile notte del Primo Gennaio del 1959.
Come molti sanno, per decisione del Comandante in Capo io ero arrivato a Santiago alcune ora prima con la missione di consolidare la resa della
guarnigione della caserma Moncada, circa 5 000 uomini che stavano in questa  città, oltre alla forza  principale della Marina da Guerra, e mi
trovavo come uno qualsiasi tra la folla che colmava questa piazza.
Fidel, vedendomi, mi ordinò di salire sulla tribuna e di parlare ai presenti,  ma io dissi solo poche parole che non si conservano, ma questo non è importante. Ci sono però quelle di Fidel, che nell’occasione ci avvertì:
«La Rivoluzione comincia adesso; la Rivoluzione non sarà un impegno facile, la Rivoluzione sarà un’impresa dura e piena di pericoli».
Otto giorni dopo, dopo la sua entrata trionfale, lui insisteva su quello e disse : “L’allegria è immensa.  Ma senza dubbio resta molto da fare ancora.  Non inganniamoci credendo che d’ora in avanti tutto sarà facile: chissà d’ora in avanti forse tutto sarà più difficile», affermò.
Fu la sua precoce avvertenza di non stimare eccessivamente i successi e prepararsi ad affrontare l’opzione più difficile, e la vita si è incaricata di dimostrare quanta ragione aveva.
Il cammino percorso non è stato facile abbiamo dovuto affrontare la  permanente e perversa aggressività del nemico, che è ricorso anche all’invasione militare, al terrorismo e a uno spietato e crudele blocco condannato dalla stragrande maggioranza delle nazioni del mondo, nel suo temtativo fallito di distruggere la nostra Rivoluzione e cancellare il suo esempio ispiratore per altri popolo che sì è possibile edificare una società giusta e umana con le stess opportunità per tutti.
La politica d’ostilità permanente e di blocco del Governo degli Stati Uniti   è la principale causa delle difficoltà della nostra economia.  
Non abbiate dubbi su questa realtà, anche se il nemico investe milioni di dollari e molti sforzi per nasconderla.
Alcuni la sostengono, e agiscono contro la loro patria, sia per affanno di lucro o semplicemente per spirito di servi.
Altri si lasciano confondere dalle loro menzogne e in un certo modo fanno il loro gioco, incoscientemente, gravati dalle difficoltà quotidiane.
Con questi ultimi non possiamo perdere la pazienza, li dobbiamo ascoltare, spiegargli sino a convincerli con la poderosa arma della verità, che è dalla nostra parte.
Questo non significa assolutamente che non conosciamo le nostre deficienze e i nostri errori, che non sono mai stati di principi.
La direzione della Rivoluzione si è caratterizzata in questi 65 anni per la su trasparenza e il suo spirito autocritico, dibattendo con il popolo qualsiasi insufficienza, cosciente che solo tra tutti saremo capaci di sradicarle.
En el tránsito por el ignoto camino que conlleva construir el socialismo en un país pobre y sometido a constantes agresiones, nos hemos visto obligados a crear nuestras propias maneras de hacer, evidencia de que el proceso revolucionario cubano se ha caracterizado siempre por una immensa capacidad creadora.
Oggi possiamo dire con sano orgoglio che né le aggressioni esterne, né i colpi della natura, né i nostri stesi errori ci hanno impedito di giungere a questo 65º anniversario. Siamo qui e qui resteremo!
(Applausi.)

Questo è stato possibile prima di tutto per la dimostrata resistenza e sicurezza in sè stesso del nostro eroico popolo, per la sapiente guida del
Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz; per l’esistenza di un Partito, divenuto il degno erede della fiducia posta dal popolo nel suo leader e per l’unità della nazione.
Il compagno Díaz-Canel si è riferito a questa traiettoria poco fa, nel suo ripasso dell’epopea vissuta dai cubani in questi 65 anni e che si prolunga dopo i difficili e indimenticabili momenti della Moncada, del Granma e della lotta nella Sierra e il piano, sino  a raggiungere il vero trionfo in un giorno come oggi.
 E mentre maggiori sono le difficoltà e i pericoli, più esigenza, più disciplina e più unità sono necessarie.
Non un’unità ottenuta a qualsiasi prezzo, ma quella basata nei principi tanto accuratamente definiti da Fidel nella sua riflessione del 22 gennaio del 2008, e cito: «Unità significa condividere il combattimento, i rischi, i sacrifici e le strategie, alla quale si giunge con dibattiti e analisi.  Unità significa la lotta comune contro gli annessionisti, vendi patria e corrotti, che non hanno nulla a che vedere con un militante rivoluzionario». E aggiunse un’altra idea essenziale: «Dobbiamo evitare che, nell’enorme mare di criteri tattici, si diluiscono le linee strategiche e immaginiamo situazioni inesistenti».
La nostra unità è così e non è sorta per arte magica.  L’abbiamo costruita tra tutti in forma paziente, mattone per mattone.
Nella Rivoluzione Cubana ha avuto spazio ogni patriota sincero, con l’unico requisito d’essere disposto ad affrontare l’ingiustizia e l’oppressione, a lavorare per il bene del popolo e a difendere le sue conquiste.
In questa forgia d’azione e pensiero si forgiò il nostro Partito, estraneo all’autoritarismo e alle imposizioni, ascoltando e dibattendo i differenti criteri e dando partecipazione a quanti sono disposti a sommarsi all’opera.
Modestia, onestà, rispetto della verità, lealtà e impegno sono stati la chiave.
Nel  socialismo e la sua opera, nell’unità e l’ideologia rivoluzionaria si sostenta la nostra capacità di resistere e vincere. (Applausi).
L’unità è la nostra principale arma strategica; ha permesso a questa piccola isola d’uscire ariosa da ogni sfida; sostenta la vocazione internazionalista del nostro popolo e le sue prodezze in altre terre del mondo, seguendo la massima martiana che Patria è Umanità.
Custodiamo l’unità meglio della bambina dei nostro occhi!  Non ho dubbi che così sarà.  Sono convinto che i Pini Nuovi, la nostra combattiva gioventù lo garantirà così.
L’unità formata dal Partito, dal Governo, dalle organizzazioni di massa e da tutto il nostro popolo, e come parte di questo i combattenti delle Forze Armate Rivoluzionarie e del Ministero degli Interni, è lo scudo contro il quale si distruggeranno una volta ancora tutti i piani sovversivi del nemico che includono l’uso sistematico della menzogna sino al terrorismo.
Oggi posso affermare con soddisfazione che la Rivoluzione cubana, dopo 65 anni d’esistenza, lontana dal debilitarsi, si rinforza (Applausi), e
Come ho già detto una decina di anni fa in un giorno come oggi e in questo stesso luogo, senza impegni con nessuno, solo con il popolo (Applausi).

Foto: Endrys Correa Vaillant

Compagne e compagni:

So che esprimo il sentire della Generazione Storica ratificando la fiducia in coloro che oggi occupano responsabilità di direzione nel nostro Partito e Governo e nelle altre organizzazioni e istituzioni della nostra società, dai più alti incarichi alle decine di migliaia di dirigenti di base che stanno in prima linea di combattimento.
In circostanze molto difficili l’immensa maggioranza di loro dimostra con il suo operato la necessaria fermezza rivoluzionaria e la volontà per superare le difficoltà attuali e andare avanti assieme al nostro popolo.
Chi per insufficiente capacità manca di preparazione o semplicemente perché si è stancato o non sta all’altezza che il momento esige, deve cedere il suo posto a un altro compagno o compagna, dispoto ad accettare il compito.
Convoco tutti i nostri quadri a meditare ogni giorno su cosa si può fare di più per giustificare la fiducia e l’esemplare sostegno dei nostri compatrioti, anche nel mezzo di tante necessità, a non essere ingenui né trionfalisti, a evitare risposte burocratiche e qualsiasi manifestazione di rutine e insensibilità, a incontrare soluzioni realiste con quello che abbiamo, senza sognare che qualcosa ci cadrà dal cielo.
Ugualmente, che tra i tanti compiti e impegni quotidiani incontrino il tempo per superarsi, perchè le conoscenze sono sempre state armi essenziali e lo sono anche di più nel presente.
Se sono grandi gli impegni e le difficoltà attuali, è più grande l’opera della Rivoluzione, che costituisce la migliore e invincibile difesa di fronte alle infamie del nemico, un’opera palpabile in qualsiasi angolo di Cuba nell’ordine materiale e spirituale.
La Rivoluzione ha dato dignità a Cuba e ai cubani. Il concetto stesso di potere ha assunto una dimensione nuova quando la politica ha smesso d’essere feudo di una cupola e tutto il popolo è diventato protagonista del suo destino.
Per questo dobbiamo difendere e portare avanti questa Rivoluzione degli umili, per gli umili e con gli umili.
La storia ci ha insegnato abbondantemente dove conducono la rassegnazione e le sconfitte.
Non ci limiteremo a resistere. Usciremo da queste difficoltà come abbiamo fatto sempre: Combattendo!  (Applausi), con la stessa  decisione di Baraguá, della Moncada, del Granma, di Girón e con le ferme convinzioni che ci ha inculcato il Comandante in Capo.
Questo si traduce oggi in lavorare di più e soprattutto farlo bene.
È il nostro impegno con la gloriosa storia della Patria e il miglior omaggio ai caduti.
Come ha spiegato in forma trasparente il Primo Ministro, compagno Manuel Marrero, pochi giorni fa nell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, nella complessa e inderogabile battaglia economica, è imperativo avanzare in produttività ordine ed efficienza, anche se questo implica alcuni sacrifici per creare le condizioni che ci permetteranno d’uscire dalla situazione attuale e di svilupparci.
Trovare risposte a queste difficoltà è un dovere assoluto di tutti i rivoluzionari cubani.
In una data tanto significativa, sollecito al nostro popolo di sommarsi in forma cosciente e responsabile, come ci ha abituato, a questo impegno che oggi esige la Patria.
Reitero una convinzione che ho espresso nel Parlamento cubano il primo  agosto del 2010: «A noi, i rivoluzionari cubani, le difficoltà non ci tolgono il sonno. Il nostro unico cammino è proseguire la lotta con ottimismo e irremovibile fede nella vittoria (Applausi).
In questo supremo impegno, le Forze Armate Rivoluzionarie e il Ministero degli Interni, fedeli e sicuri guardiani della Rivoluzione, parteciperanno decisamente. Se ieri, dalle armi vittoriose dell’Esercito Ribelle emerse libera, bella, forte e invincibile la Patria nuova, oggi posso affermare che di fronte a qualsiasi minaccia o debolezza i suoi combattenti   non rinunceranno a continuare ad essere, assieme al Partito, l’anima della Rivoluzione (Applausi).
Nella  serata –bella con il suo spiegamento artistico, con impressionanti
effetti di videomaping sulla facciata dell’antico Municipio, dal cui balcone un ologramma ha ricreato Fidel in uno dei suoi discorsi pronunciati lì–,
Raúl ha ratificat che l’unità «è la nostra principale arma strategica».

Cari compatriota:

Come affermò il Comandante in Capo nel suo messaggio, quando si costituì  l’Associazione dei Combattenti della Rivoluzione Cubana, trentanni fa:
«…Non ci sono contraddizioni generazionali nella Rivoluzione per una semplice ragione: perchè non ci sono invidie, né ansie di potere tra i sui figli.
Nessuno di noi vecchi combattenti si afferra agli incarichi o si considera creditore della Patria per averle prestato un servizio, e sino a qaundo avremo forza resteremo nel posto che ci è stato assegnato, per quanto modesto sia»,   
Sino qui le parole di Fidel, che sembrano dette oggi.
In questa data tanto significativa posso affermare che il nostro più grande orgoglio, la maggior soddisfazione è stata essere assieme a Fidel in ogni momento d’allegria, indignazione o tristezza; aver appreso da lui l’importanza decisiva dell’unità, a non perdere le serenità e la fiducia nel trionfo per quanto insuperabili appaiano gli ostacoli poderosi dei nemici  o grandi i pericoli, ad apprendere e fare proprie le forze di ogni rovescio, sino a trasformarlo in una vittoria.
Fedeli ai suoi insegnamento e al suo esempio, siamo qui, e dall’eroica  Santiago di Cuba ratifichiamo che  ci manteniamo con il piede nella staffa, pronti per la carica al machete, insieme al popolo e come un qualsiasi combattente (Applausi), contro il nemico e i nostri propri errori, sicuri che in questa terra risuonerà sempre il grido mambì:
Viva Cuba libera!
(Esclamazioni di: Viva!/ Ovazione./GM/Granma Int.)