
Con il saluto del Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ai Capi di Stato e/o di Governo, e altri capi e rappresentanti, è iniziato la mattina di oggi venerdì 15 il Vertice del Gruppo dei 77 più Cina.
Partecipa il Generale d’Esercito Raúl Castro, leader della Rivoluzione cubana con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres.
Con il lemma: «Gli impegni attuali dello sviluppo: il ruolo della Scienza, la tecnologia e l’innovazione», il programma dell’evento –che si svolge nel Palazzo delle Convenzioni de L’Avana– comprende le parole
inaugurali del mandatario cubano e del segretario generale delle Nazioni Unite, Sr. António Guterres per aprire il dibattito generale.
*Favorire il dibattito e l’analisi sulle sfide principali del Sud per avanzare verso lo sviluppo sostenibile, in particolare il ruolo della scienza, la tecnologia e l’innovazione, a favore della sicurezza alimentare, la salute, i nuovi processi di produzione, il benessere umano e un ambiente sano, la gestione dei governi e il settore privato, così come il contributo dell’educazione e dell’etica nella scienza e la tecnologia, i modelli di scienza aperta, il ruolo delle scienze sociali e umanistiche per lo sviluppo delle nostre società, tra gli altri temi rilevanti.
Per Cuba, la Presidenza pro tempore del G-77 più Cina costituisce un altissimo onore e un’enorme responsabilità, non solo per la su diversità e rappresentatività, ma per il ruolo che il Gruppo è chiamato a sostenere nel contesto attuale.
Tra le priorità c’è la promozione d’una posizione comune del Gruppo e la sua guida attiva ed efficace nei processi di negoziato che si realizzeranno in questo 2023 , tra i quali la preparazione del Vertice del Futuro, il Vertice delle ODS, i negoziati climatici internazionali, il processo di riforma del Segretario Generale della ONU «La nostra Agenda Comune» e il III Vertice Sud.
Presiedono l’incontro Esteban Lazo Hernández, presidente dell’ Assemblea Nazionale; il vice presidente cubano Salvador Valdés Mesa; il primo ministro Manuel Marrero Cruz e il ministro delle Relazioni Estere Bruno Rodríguez Parrilla.
Díaz-Canel, dato il benvenuto a Cuba, la terra di José Martí, ha ringraziato per la presenza dei Capi di Stato e/o di Governo, e di altri capi e rappresentanti in questo appuntamento in difesa del futuro e delle
grandi maggioranze che formano il concetto che è umanità.
Questo è un Vertice austero, ha detto, che si realizza nonostante le difficoltà e il blocco di sei decenni imposto dal Governo degli Stati uniti , ora rinforzato.
Ha precisato che affrontiamo anche enorme sfide, come conseguenze dell’ingiusto ordine internazionale vigente, ma non siamo gli unici.
«Quasi 60 anni fa la comunione delle difficoltà e la speranza che uniti potevamo affrontarle e vincerle fu quello che ci fece nascere come Gruppo.
Siamo i 77 più Cina e siamo di più».
Il Gruppo ha l’enorme responsabilità di rappresentare nella scena internazionale gli interessi della maggioranza delle nazioni del pianeta.
Siamo 134, ossia più dei due terzi degli Stati membri delle Nazioni Unite dove vive l’80% della popolazione mondiale.
Il mandatario cubano ha segnalato che riunirci ci offre l’opportunità di deliberare in collettivo per unire gli sforzi in difesa degli interessi di queste maggioranze, ci aiuta a conciliare posizioni contro le sfide attuali per lo sviluppo e il benessere dei nostri popoli, ma impone anche discussioni.
Dopo quasi 60 anni di battaglia diplomatica, ha ricordato i richiami dei leaders storici per democratizzare l’Organizzazione delle Nazioni Unite, le avvertenze del Comandante Fidel Castro che «domani sarà troppo tardi» e il richiamo di Hugo Chávez per far sì che queste riunioni fossero utili.
«Questo Vertice si realizza in un momento in cui l’umanità ha raggiunto un
potenziale scientifico-tecnico inimmaginabile, con una capacità per
generare ricchezza che, in condizioni di una maggior eguaglianza potrebbe assicurare livelli di vita confortevoli e sostenibili per quasi tutti gli abitanti del pianeta.
Con il diritto che ci assiste perchè siamo noi, la stragrande maggioranza del Gruppo dei 77 le vittime principali della crisi che soffre il mondo, per l’abusivo scambio disuguale, la breccia scientifica, tecnologica e la conoscenza dell’effetto dal cambio climatico, della riduzione delle risorse, esigiamo già la democratizzazione pendente del sistema delle relazioni internazionali. ( GM/ Granma Int.)




