OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Sabotaggio all’hotel Copacabana con la morte del turista italiano Fabio di Celmo. Photo: Archivo

Il Primo Segretario del Comitato Centralt del Partito Comunista e Presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha ricordato il 4  settembre la morte del giovane italiano Fabio Di Celmo, turista morto per un’azione terrorista perpetrata nel hotel Copacabana, nel 1997, a l’Avna..
«Posada Carriles, e altri organizzatori del fatto, hanno vissuto liberi negli USA, il cui governo, cinicamente e mentendo, ha posto Cuba nella lista dei patrocinatori del terrorismo», ha scritto il Capo di Stato nella rete sociale X (già Twitter).
Come ogni anno il 4 settembre, Cuba ha ricordato il vile assassinio di Fabio di Celmo. Questa volta l’omaggio è servito per iniziare la giornata annuale di solidarietà contro il blocco e il terrorismo, che in settembre e ottobre include azioni dentro e fuori dall’Isola, per esigere l’eliminazione dell’assedio economico, la fine delle aggressioni e delle sanzioni imperiali, includendo l’esclusione della spuria lista dei paesi patrocinatori del terrorismo.
Rigoberto Zarza Ross, direttore d’Europa dell’Istituto Cubano d’Amicizia con i Popoli (ICAP), ha riconosciuto che, nonostante l’ostilità del governo degli USA verso Cuba, consideriamo vitale la difesa dell’America Latina come Zona di Pace, ed è per questo che ci sentiamo orgogliosi d’essere garanti nel processo degli accordi di pace tra il governo della Colombia e le FARC-EP».
Poi ha sostenuto che nella storia di Cuba non ci sono tracce di azioni di terrorismo: «Cuba non è mai stata e non sarà mai un paese che patrocina il tetrorismo. Siamo e saremo un esempio, per il mondo, di solidarietà , di convivenza e di rispetto, un popolo che condivide quello che ha e non quello che avanza, che è stato disposto a dare la vita dei suoi figli migliori nella lotta contro l’Ebola, la Covid-19 e altre malattie nel mondo», ha detto il funzionario.
René Chirino Palmero, direttore dell’hotel Copacabana, ha ricordato che
Fabio aveva  32 anni quando un pezzo di posacenere frantumato da una bomba glitose la vita, 26 anni fa.
«Il suo sbaglio fu amare come sua quest’isola, la sua gente, e voler godere i molti valori che offriamo».
Poi ha segnalato che la data permette di riaffermare l’impegno con la Rivoluzione e le sue istituzioni, che costituisce sicurezza, rigore nel servizio e professionalità.
«Fabio continuerà a stare nel Copacabana, il suo esempio è il nostro esempio di come il turismo può diventare un’estensione dell’umanità».
L’incontro è stato arricchito da declamazioni di poesie e canzoni allegoriche alla data. ( GM/ Granma Int.)