La costruzione teorica del giurista brasiliano Adilson Moreira sostiene che il razzismo ricreativo va definito come: «la circolazione d’immagini derogatorie che –in forma d’umorismo– esprimono disprezzo per le minoranze razziali, un fattore che impegna lo status culturale e materiale di questi gruppi».
Nel caso dell’umorismo, l’azione razzista si esercita in relazione all’apposizione, l’ostilità, la negazione o il desvio di un gruppo sociale determinato di quelli che il creatore della battuta, scherzo o umorismo definisce e ci propone come un «altro».
Una simile differenziazione tra gruppi umani – che suole tenere la sua base nell’inferiorità, il demerito, lo stereotipo o qualsiasi altra pratica riduttrice della pienezza umana del soggetto vittima – apre la possibilità che il gesto umoristico smette d’essere un fatto isolato e in cambio si integra a una congiunto d’azioni e concetti che si traduce in una vera politica culturale articolata.
Per questo, nell’affermazione di Moreira, gli scherzi non sono semplici occorrenze individuali, ma «manifestazioni di senso culturali che esistono in una società determinata».
Il razzismo ricreativo opera come un dispositivo che permette che le persone razziste possano esprimere la loro ostilità verso l’altro razializzato e, nello stesso tempo assicurando che non sono razzisti, contribuire all’esistenza di una «moralità pubblica basata nella cordialità razziale».
Questo accade perchè nell’opinione dell’autore, l’ambiguità dell’umorismo permette che un’offesa o un insulto razziale siano mascherati come «un tentativo amichevole d’interazione sociale con la vittima per mzzo dell’umorismo».
Le strategie d’analisi usate da Moreira lo conducono a un’intensa revisione di concetti tali come: le microaggressioni; la bianchezza, lo sbiancarsi e migliorare (la razza), gli stereotipi, gli stigmi e i pregiudizi, il privilegio, l’umorismo deprecatorio, le teorie dell’umorismo, la pratica della cordialità razziale, l’invisibilità dell’altro, etc.
La proposta di Moreira è utile per lo studio e il confronto di altre discriminazioni; in particolare di quelle manovre discorsive che in n nome dell’umorismo e una presunta empatia, sono in verità portatrici di contenuti di odio e degradazione verso un altro, che può essere un soggetto femminile, con qualche differenza d’ordine sessuale, o riunirle tutte. È così che l’insulto o l’offesa razziale non vanno analizzati «solo partendo dalle motivazioni dell’accusato, ma anche dal danno provocato alla vittima».
*BIBLIOGRAFIA UTILIZZATA:
Moreira, Adilson. Racismo recreativo / São Paulo: Sueli Carneiro; Pólen,
TERMINi RELAZIONATI:
Bianchezza – Sbiancamento - Cordialità Razziale – Stereotipo – Stigma
- Umorismo deprecatorio – Invisibilizzazione dell’altro – Migliorare (la razza) -
Microagressioni – Pregiudizio – Privilegio.




