OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
La cosa più bella dell’opera umana è sfidare e vincere le difficoltà», ha affermato Díaz-Canel, chiudendo il Plenum. Photo: Estudios Revolución

Con il Partito al centro dei problemi, «abbiamo affrontato resistendo, tutti i colpi della natura e dei nostri stessi errori, senza piegare le ginocchia e senza rinunciare al sogno di una prosperità possibile».   
Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, lo ha affermato al termine, sabato 10, del  V Plenum del Comitato Centrale, con la presenza del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, leader storico della Rivoluzione Cubana.
Il Capo di Stato ha sostenuto che la forza del popolo di questo arcipelago
supera ogni paragone possibile: «Cuba è già un’unità di misura. Una Cuba equivale a una massima resistenza con la massima creatività», ha dichiarato.
Con una messa a fuoco critica sui problemi attuali, ha sottolineato che la
resistenza del popolo non può convivere con «la burocrazia, l’indolenza,
la corruzione di certe cappe intermedie che pescano nel torbido delle difficoltà, ponendo ostacoli dove vanno le soluzioni».
A propósito del ruolo del Partito, ha spiegato che «essere la forza dirigente del
sistema politico comprende l’enorme e insostituibile auto responsabilità
per far sì che il lavoro sia più effettivo, nella misura in cui favorisce la presa di potere attraverso diversi canali, senza togliere meriti alla sua natura d’avanguardia. Tutto al contrario, la rinforza».
In conseguenza, ha invitato a rivedere quello che si fa in ogni ambiente del Partito per garantire il coinvolgimento popolare o lavorativo, che assicura la reale partecipazione delle masse alla presa delle decisioni.
«L’analisi –ha detto– non può essere compiacente, ma dev’essere molto critica di fornte alle esigenze del momento attuale».
Poi ha parlato di un’azione rivoluzionaria che cambi tutto quello non funziona nella società e che dev’essere cambiato; della militanza che deve agire e sentirsi come una grande famiglia di rivoluzionari che predicano con l’esempio, del ruolo protagonista dei suoi nuclei e delle loro potenzialità per fomentare la partecipazione e il controllo nei comitati di base della UJC, nelle sezioni sindacali e negli organi del Potere Popolare, e perfezionare metodi e stili di direzione che non si possono ridurre a richiami e esortazioni.
Poi ha citato diversi settori che domandano l’attenzione del partito, che trasformi, come il lavoro con i giovani, il vincolo con i rappresentanti della società civile e la lotta contro la colonizzazione culturale e il rafforzamento dell’istituzionalità.
Sottolineando che «niente è mai stato facile per la Rivoluzione», il Primo Segretario ha assicurato che la cosa più bella dell’opera umana è sfidare e vincere le difficoltà.
Con questa certezza si assicurano la virtù degli uomini e la felicità dei rivoluzionari. (GM-Granma Int.)