
«La solidarietà segna il ritmo in questi giorni che precedono la presentazione della verità di Cuba nella ONU», ha scritto in Twitter ieri, lunedì 31 ottobre, il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, porta bandiera della battaglia nel campo politico diplomatico e simbolico contro la politica statunitense che ci accresce la crisi con la sua feroce persecuzione.
«Il mondo si pronuncerà un’altra volta contro il blocco che pretende senza successo di toglierci anche il sorriso», ha segnalato il Capo dello Stato che «ha ringraziato gli amici di tanti paesi che non smettono di lottare a favore del nostro popolo», che solamente nei primi 14 mesi di governo di Joe Biden ha riportato danni per 6 364 milioni di dollari.
In termini pratici, come indica la relazione contro il blocco che si presenterà nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 2 e il 3 novembre, questo rappresenta un danno di 454 milioni di dollari ogni mese e di 15 milioni al giorno.
In sei decenni d’applicazioni - nella metà dei quali si è denunciato nella ONU la mancanza d’una risposta effettiva da parte degli USA – i danni toccano 154 217,3 milioni di dollari cioè più di un bilione 391 111 milioni di dollari, valutando il comportamento del dollaro di fronte al valore dell’oro.
Anche così c’è chi pensa che il blocco è un pretesto, un’illusione, una favola … e considera un «passo avanti» le misure su Cuba annunciate il 15 maggio dagli Stati Uniti in quanto ai viaggi e alle rimesse, queste non modificano gli aspetti più dannosi di questa politica e non cambiano quanto adottato nell’era di Trump.
Tra le altre restrizioni non cambia la proibizione di importare da terzi paesi beni che contengano più del 10% di componenti statunitensi, continuano vigenti la Lista delle entità cubane limitate e quella dell’Alloggio proibito, e si mantiene la presenza di Cuba nella lista degli stati patrocinatori del terrorismo, oltre agli impedimenti per il trasporto di combustibili.
Si continua a impedire a Cuba l’uso del dollaro statunitense nelle transazioni internazionali, e di utilizzare il suo sistema finanziario per realizzarle, e persiste, per i cittadini statunitensi, la proibizione di viaggiare nell’Isola, salvo con alcune licenze.
Questo senza citare il più terribile, cioè l’impatto sulla vita e sulle famiglie colpite nei più diversi scenari, l’impossibilità d’importare materie prime per i medicinali per la mancanza di fornitori e i blocchi informatici e di sviluppo. (GM – Granma Int.)