
Non si smette d’amare. Lo dicono i familiari delle vittime. Con gli anni forse il dolore si fa meno pungente, più sordo, ma continua a stare lì e cresce nelle assenze: il matrimonio senza i geniori, i compleanni senza la figlia, le conversazion che non si tennero e le allegrie che non ci saranno.
Queste famiglie segnate dalla perdita soffrono un peso addizionale, quello del crimine senza giustizia.
I loro cari condivisero il volo con gli assassini, loro che videro i loro volti, ascoltarono le loro frasi banali di chi non prevede la tragedia e forse ricevettero anche alcuni sorrisi, e nonostante questo furono capaci di lasciare una bomba per ucciderli.
Poi si vantarono. Avevano la tutela poderosa della CIA e non la persero mai.
Nell’aereo della Cubana de Aviación, proveniente da Barbados, ch esplose in aria il 6 ottobre del 1976, con 73 passeggeri, dei quali non sopravvisse nessuno, in una certa forma viaggiava anche Cuba.
E non solo perchè, come disse Fidel nella cerimonia di commiato nel lutto , «LaRivoluzione (…) ci ha reso fratelli intimi nei quali il sangue di uno appartiene a tutti», ma anche perchè lì c’erano lo sport, l’internazionalismo, gli eroi del lavoro …
Stupore di fronte alla barbarie. Questo fu quello che sentì il paese intero e parte del mondo di fronte a uno degli esempi più evidenti di sino a dove è capace di giungere il terrorismo di Stato istigato dal suolo statunitense control’Isola.
Stupore di fronte alla barbarie, questo è quello che si sente ancora se si ripassano i fatti tranquillamente senza il velo della routine.
Così come le famiglie non sanano le loro ferite, la nazione non può dimenticare questo dolore nè chi lo ha provocato.
La memoria è un’arma e nella storia c’è uno degli appigli per compiere la previsione del Comandante in Capo del15 ottobre di quell’anno:
«Una patria sempre più rivoluzionaria, più degna, più socialista, più internazionalista sarà il grandioso monumento che il nostro popolo erige alla loro memoria e a quella di tutti coloro che sono morti o moriranno per la Rivoluzione !».
Nelle giornate di quell’ottobre, come in tante altre, ci volle molto coraggio. Uno si accende ancora oggi ascoltando le parole di Fidel alla fine di quel discorso, quelle che anche se si leggono, comunque si ascoltano:
«Non possiamo dire che il dolore si condivide .Il dolore si moltiplica. Milioni di cubani oggi piangiamo insieme agli esseri amati delle vittime dell’orribile crimine, E quando un popolo energico e virile piange, l’ingiustizia trema!»
A Cuba il coraggio e la memoria non si esauriscono.
La Patria è nostra. ( GM –Granma Int.)