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Photo: Ricardo López Hevia

Non è stato possibile identificare in forma assoluta i resti delle vittime dell’incendio nella Base dei Supertanqueros a Matanzas, ha affermato in una conferenza stampa il dottor Jorge González Pérez, che ha guidato il gruppo multidisciplinare incaricato della ricerca e identificazione delle 14 persone scomparse nel sinistro.

Il Presidente della Società Cubana di Medicina Legale ha spiegato che, come risultato della perizia realizzata attorno al contenitore 51 (noto come 2) , sono stati recuperati 754 piccoli frammenti ossei divisi in 14 gruppi trasferiti in laboratorio per la loro caratterizzazione.

Inoltre sono stati recuperati alcuni oggetti isolati come lanterne, suole di scarpe, un pezzo di catena, tra vari elementi.

Secondo il medico legale, per ottenere l’identificazione assoluta ci sono due vie: le impronte digitali e l’analisi dei denti. Inoltre il DNA. In questo caso non sono state possibile le prime due e nemmeno l’ultima per le alte temperature alle quali sono stati sottoposti i resti, una conclusione avallata da esperti internazionali consultati.

Ossia non è stato possibile stabilire a quale persona appartenevano

Prima di rendere pubblica questa informazione, ha chiarito González Pérez– sono state realizzate interviste individuali con tutte le famiglie, che hanno ricevuto risposte a proposito dell’indagine. I familiari hanno ringraziato per l’onestà degli scientifici e dei periti impegnati.

Per illustrare le avversità dello scenario d’investigazione, il dottore ha detto che durante l’incendio, al suo centro, le temperature hanno raggiunto i 1000/2000 gradi centigradi, mentre in un forno per incenerire il cadavere di un corpo umano servono 800 gradi.

Per questo non trovare niente è stato un risultato previsto.

È stato valutato anche che se fosse restato un corpo protetto da una struttura crollata o nel liquido, le indagini realizzate hanno rivelato che nella zona del contenitore. 51, c’erano al momento dell’esplosione 30 persone.

Tra loro sono state precisate 15, e questo ha permesso, assieme a video facilitati e all’informazione operativa, di realizzare un primo piano d’ubicazione dei soggetti e delle tecniche.

Accedendo al terreno sono stati considerati aspetti come l’ inclinazione della superficie, il flusso del movimento e la solidificazione del greggio (coquificazione).

Sono stati stabiliti 4 quadranti, divisi a loro9 volta in settori e in quadretti di cinque per cinque metri. Per lavorare sono stati necessari picconi, pale e Martelli pneumatici.

Lo specialista ha citato tra le diverse autorità contattate la Rete di Scienza Forense coordinata dalla Croce Rossa Internazionale ed ha sottolineato che esiste consenso sul fatto che è impossibile avanzare ulteriormente con la tecnologia che esiste oggi.

Inoltre ha segnalato la preparazione e la capacità che esistono a Cuba in questo tipo di lavori. (GM – Granma Int.)