OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Photo: Ricardo López Hevia

Proprio una settimana dopo, questo pezzo de l’Avana dove sorgeva l’imponente Hotel Saratoga, continua ad essere un luogo triste.
Come in quel venerdì disgraziato, in questo sono deprimenti i resti dell’edificio e delle case vicine, l’intimità della tragedia Se oggi c’è qualcosa di differente, oltre alla polvere deposta e le molte macerie, è che già non si spera, è che lì la lotta per la vita sostenuta dalle speranze delle famiglie  di Cuba e finita.
Con il ritrovamento dell’ultimo corpo, s’installa la certezza implacabile di 45 persone morte e ognuna è un dolore, perchè in tutte le età, nei loro sogni troncati, nei loro affetti, possiamo vederci, perchè non c’è stato chi non si è detto potevo essere io, potevano essere i miei.
Nel disastro riempiono l’anima alcune bellezze che spiccano, come la ferocia con cui eroine ed eroi di Riscatto e Salvataggio hanno lavorato senza tregua tra le pietre e i ferri, senza evitare pericoli o stanchezza e il modo in cui hanno continuato quando era praticamente improbabile incontrare sopravvissuti, per dare agli esseri amati la consolazione di un corpo, di una chiusura.
E sono un sollievo la bontà e la dignità di coloro che si sono dedicati, e lo fanno ancora, a curare, informare, assistere, donare, restaurare, dirigere.
Come segnale di un rispetto assoluto è giunto il LUTTO UFFICIALE quando sono stati dichiarati terminati i lavori di riscatto, ma l’Isola da una settimana vive un lutto profondo, interno.
Così come si vede la bandiera, a mezz’asta, è il dolore nel petto della gente buona, lì dove ci sarà sempre un brivido quando si dirà Saratoga. ( GM-Granma Int.)