
Da tempi lontani la biodiversità ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo della civiltà umana, offrendo all’uomo risorse indispensabili per la sua sussistenza.
Il termine definisce la varietà di organismi vivi di qualsiasi tipo esistenti nel pianeta e le relazioni che stabiliscono tra di loro e con l’ambiente che li circonda, essendo il risultato di milioni di anni d’evoluzione. Include la totalità delle piante, degli animali, degli ecosistemi terrestri e marini.
A livello globale è la più ricca dei Tropici e cambia in dipendenza del clima e di altre condizioni ambientali come possono essere l’altezza e le caratteristiche geografiche di una regione determinata.
Oltre a mantenere l’equilibrio ecologico della Terra, la diversità biologica offre alimenti, materie prime per medicinali, aiuta a regolare il clima mondiale e contribuisce alla fertilità dei suoli, scomponendo la materia organica e purificando l’aria e l’acqua, tra i tanti benefici.
Per Cuba, un paese piccolo con risorse naturali limitate, un uso sostenibile delle componenti di diversità biologica è fondamentale perchè costituisce la base di molti programmi di sviluppo ecologico e sociale, nelle aree terrestri, delle coste, del mare e delle più diverse attività produttive.
Cosa apportano i libri rossi?
I detti Libri Rossi sono un meccanismo mondialmente stabilito, centrati nella classificazione delle specie della flora e della fauna con un alto rischio d’estinzione globale, regionale o locale.
Oltre a documentare le minacce principali che pongono in pericolo la sopravvivenza di queste ed enunciare misure prioritarie di conservazione e maneggio sostenibile, attualizzano anche la conoscenza sulle regioni con la maggior diversità biologica e l’endemismo.
Frutto del lavoro svolto per più di 20 anni da decine di specialisti di quasi 30 istituzioni, guidati dall’Istituto d’Ecologia e Sistematica (IES), del Ministero di Scienza, Tecnologia e Ambiente (Citma), negli ultimi dieci anni nel nostro paese sono state pubblicate due opere scientifiche sulla fauna cubana.
La prima, intitolata /Libro Rosso dei vertebrati di Cuba/, è stato pubblicato nel 2012 e i suoi editori sono stati gli investigatori Hiram González Alonso, Lourdes Rodríguez Schettino, Ariel Rodríguez, Carlos A. Mancina e Ignacio Ramos. Quattro anni dopo è stato presentato il /Libro rosso degli invertebrati terrestri di Cuba/.
La sua edizione è stata realizzata dagli scienziati Marta Hidalgo Gato, José Espinosa e Rosanna Rodríguez.
Per l’importanza pratica per la conservazione e la preziosa informazione che apportano, i due testi hanno meritato il Premio Felipe Poey, assegnato dalla Società Cubana di Zoologia, uno nel 2013 e l’altro nel 2018.
Il dottore in Scienze Biologiche Hiram González Alonso, investigatore dell’Istituto d’Ecologia e Sistematica (IES), ha segnalato con /Stato della Conservazione della fauna minacciata: Libri rossi di Cuba/, che ha ottenuto il Premio Nazionale dell’Accademia delle Scienze di Cuba nel 2020, e il Premio Speciale di Rilevanza Ambientale, assegnato dal Citma, nel gennaio del 2021.
La sua trascendenza radica nell’apportare nuove conoscenze e realizzare una dettagliata revisione e l’attualizzazione di tutta la documentazione raccolta sulla situazione della fauna cubana con qualche grado di minaccia.
Inoltre dal mese di marzo del 2020 più di 70 specialisti nazionali e stranieri hanno lavorato all’attualizzazione della Lista Rossa della flora cubana.
La dottoressa in Scienze Lisbet González, investigatrice del IES, ha segnalato a Granma che durante lo studio è stato valutato lo stato di conservazione di 1800 specie della flora cubana, Questo processo è stato realizzato per la prima volta a 697.
Con questo il totale delle piante categorizzate supera le 4 800 specie, quantità che rappresenta l’80,5 % della flora cubana conosciuta, obiettivo segnalato nel Programma Nazionale di Biodiversità.
UN ELEVATO ENDEMISMO
Per la sua condizione insulare e le caratteristiche del clima, la biodiversità cubana spicca per la grande varietà di ecosistemi e per l’alto grado d’endemismo, la sua principale distinzione.
Il master in Scienze Alejandro Palmarola Bejerano, investigatore del Giardino Botanico Nazionale e presidente della Società Cubana di Botanica, ha segnalato che l’ arcipelago cubano conta con una flora stimata nell’ordine delle 6 500 specie, e si ubica, nella relazione dei territorii insulari con il maggior numero di specie di
piante per chilometro quadrato.
Il 53 % sono esclusive dell’Isola grande delle Antille, dato che ci pone tra le sette isole con la percentuale più elevata d’endemismo del pianeta.Tra queste ci sono Papua,
Nueva Guinea, Madagascar, Isole Galápagos, Australia e le Canarie.
Nel caso della fauna, le cifre citate dal dottore in Scienze Biologiche Hiram González Alonso, specialista dell’Istituto d’Ecologia e Sistematica, sostengono ugualmente questa condizione.
Una prova di questo è che su 160 specie di rettili registrate, 153 sono autoctone, con l’88% di endemismo, e tra le specie di circa 70 anfibi solo quattro non lo sono.
Tra i più preziosi tesori della fauna nazionale si distinguono il Zun Zun (/Mellisuga helenae/), considerato l’uccello più piccolo del mondo; il almiquí (/Solenodon cubanus/), classificato come il più grande insettivoro del mondo e le lumache del genere Polymita, i cui gusci sono probabilmente i più belli e colorati
del pianeta.
Tra gli ecosistemi, uno dei meglio rappresentati è quello delle mangrovie, che occupano circa il 25% della superficie boscosa del paese. Servono da rifugio a pesci, mammiferi e invertebrati, formano una barriera naturale di protezione della zona costiera di fronte a forti mareggiate e contribuiscono a prevenire l’erosione.
Proteggere e recuperare le popolazioni delle mangrovie è una delle azioni che fanno parte del Piano dello Stato per lo scontro al cambio climatico (Tarea Vida), concepito per mitigare gli effetti di questo preoccupante problema ambientale.
Il sistema montagnoso di Nipe-Sagua-Baracoa presenta la maggior diversità della fauna cubana con più di 900 specie d’invertebrati e circa 200 vertebrati, caratterizzate da un alto endemismo.
Le principali minacce alla nostra biodiversità provengono dalla perdita o frammentazione degli habitat, dagli incendi rurali e forestali, dalle pratiche agricole non sostenibili, la pesca, la caccia e il taglio furtivo degli alberi, il commercio
illegale delle specie e l’introduzione, la propagazione e invasione di specie esotiche.
( GM – Granma Int.)




