OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Il progetto Nuestra América, il 25 novembre, fece una camminata per Fidel dal parco di El Quijote sino al Malecón, con questa copia dello yacht Granma che gettarono in mare. Photo: Ariel Díaz Photo: Granma

Quella mattina, quando centinaia di giovani scesero per le strade per combattere la tirannia,  il popolo di Santiago che li vide lottare come simbolo della Cuba nuova, li acclamò, li appoggiò e li sostenne solidariamente-
Quel giorno sacrificarono la loro vita José Tey, Otto Parellada e Antonio Alomá, i primi a morire nella nuova giornata che iniziava, il primo sangue che battezzò l’uniforme verde ulivo del nascente Esercito Ribelle.
Nell’ azione del  30 novembre del 1956, eroica da tutti i punti di vista, su quei giovani che con quasi niente nelle mani si gettarono a combattere, c’è un aspetto che è necessario segnalare e avere sempre presente , perchè costituisce un ammirabile esempio per la nostra gioventù, ossia la fedeltà incrollabile all’impegno acquisito, il compimento conseguente e inflessibile alla parola  impegnata, senza dubbi, con fede nel futuro e fiducia assoluta nella vittoria.
Da quell’istante la città di  Santiago di Cuba entrò in una tappa di guerra senza tregua contro la tirannia e inoltre da quel momento i combattenti del 30 novembre,Frank País e la città di Santiago di Cuba divennero il primo punto avanzato dell’‘efficiente retroguardia nella quale poi si trasformò tutto il popolo di Cuba, in appoggio al nucleo guerrigliero che superando i rovesci iniziali riucì a riorganizzarsi nella  Sierra Maestra. A loro, in buona misura, si deve questo fatto, al loro aiuto materiale, al loro rinforzo in uomini, alla loro lotta coraggiosa che ci ha fatto sentire in ogni momento la loro presenza militante.
 Erano appena finite le detonazioni dei combattimenti per le strade di Santiago quando, all’alba del 2 dicembre del 1956, a sud ovest della provincia orientale, s’incrostava nelle sue coste e nella storia del paese lo yacht Granma, con i suoi 82 uomini della spedizione.
Quel giorno nasceva definitivamente l’Esercito Ribelle, l’esercito guerrigliero, erede dell’Esercito Mambí; creato per continuare e terminare l’opera troncata dei nostri liberatori.
Trascorsi poco più di due anni di cruenta guerra civile, quell’esercito popolare, con le uniformi lise, nato dalle viscere del popolo, con il Capo della Rivoluzione al fronte, entrava trionfante nella capitale della Repubblica.
Frammenti del discorso offerto nella veglia  artistico-culturale per il XV anniversario delle FAR. ( GM – Granma Int.)