
Come ondate si producono i tentativi di negare i servizi ai media di comunicazione e alle istituzioni cubane con la presenza in internet come parte dell’operazione politico-comunicazionale, e sono al centro dal 5 luglio scorso negli USA, che anche se non sono riusciti nel proposito di provocare un’esplosione sociale di massa a Cuba, hanno attizzato manifestazioni in diversi punti del paese, con scene di violenza e vandalismi.
Cubaperiodistas ha pubblicato che i tentativi per far tacere i media e le istituzioni cubane sono stati neutralizzati, ma rispondono alla stessa sceneggiatura dei manuali di destabilizzazione applicati in altre parti del mondo.
Con il tentativo di mettere la museruola alla verità, la stampa trans nazionale continua a seguire la sceneggiatura di destabilizzazione e manipolazione e ora tenta di far passare come una strategia del governo cubano la guerra delle fake news.
Le piattaforme delle reti sociali si ammutoliscono misteriosamente di fronte ai reclami delle autorità cubane, che esigono una risposta a perché in questo caso non sono state rispettate le regole di funzionamento.
Tra le citazioni senza risposta ci sono quelle realizzate dal cancelliere cubano, Bruno Rodríguez Parilla, che ha sfidato i responsabili delle piattaforme a smentire che c’erano stati attacchi di bots e trolls e che questi provengono dagli Stati Uniti (il sito Cubadebate ha pubblicato le ip coinvolte), e che imprese della Florida hanno finanziato l’operazione con l’etichetta #SOSCuba. (GM – Granma Int.)