OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, a San Antonio de los Baños. Foto: Estudios Revolución

Ha il volto rugoso per gli anni di vita e il lavoro sotto il sole, e gli occhi gli scintillano al disopra della mascherina.

In altre epoche il suo colore della pelle gli avrebbe vietato anche di passeggiare per il parco dov’è stato domenica 11, e la fronte gli si è riempita di rughe parlando «dei traditori che per pochi pesos vogliono vendere la Rivoluzione» , la stessa che ha aiutato a salvare suo fratello dalla COVID-19 15 giorni fa, la Rivoluzione che chiede di stare in casa per non veder morire il popolo per la pandemia.

Benito Alonso González era uscito dalla comodità di casa sua nel municipio di San Antonio de los Baños, nella provincia di Artemisa, domenica pomeriggio perchè un gruppo al servizio degli interessi stranieri e annessionisti, pagato e guidato dagli USA cercava un esplosione popolare.

Lì il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, lo stesso Benito e i provocatori incontrarono un popolo pieno di bandiere cubane che gridava a viva voce: «Viva la Rivoluzione!, Patria o morte!, Vinceremo!».

La suocera de Tania Gómez Fernández «è già in convalescenza a la casa, con la famiglia». È guarita dal coronavirus come risultato dell’assistenza medica ricevuta nell’ospedale di Mariel.

«Siamo molto grati perchè lei è una delle vite che questa rivoluzione ha salvato e per questo veniamo ad appoggiarla».

María de los Ángeles Rodríguez, delegata della circoscrizione N.º 43 di San Antonio de los Baños, ha raccontato che non ha avuto familiari malati per la pandemia, «ma molti degli elettori sono stati positivi e hanno ricevuto l’assistenza medica necessaria e per questo non abbiamo visto morire nessuno in queste stesse strade che i mercenari vengono a perturbare.

Questa è la ragione che ci ha portato, noi rivoluzionari, a riaffermare che la nostra Patria non sarà calpestata da coloro che vorrebbero piegarci».

Il Primo Segretario e il Segretario dell’Organizzazione e la Politica dei Quadri del Partito, a San Antonio de los Baños, con la popolazione. Foto: Estudios Revolución

«Noi che siamo giunti fino a qui siamo fedeli custodi della Rivoluzione, la vogliamo forte perchè siamo stati educati da lei. E adesso, con la presenza di Díaz-Canel, ci sentiamo fermi, sicuri, perchè la Rivolusione sta con il popolo che è il vero padrone delle strade.

Qui a Cuba non permetteremo che entrino quelli che ci vogliono strappare le nostre conquiste», ha avvertito Antonio Crespo, che abita a San Antonio e si è sommato alla risposta popolare.

Nel parco dov’è andato anche il Primo Segretario del PCC anche per incontrare quelli che pretendono di fratturare l’unità tra il Partito, lo Stato, il Governo e il popolo, sono andati anche padre e figlio, Roberto Reyes Herrera, presidente della UBPC Antonio Briones Montoto, e Yosbel Reyes Sotomayor.

Il primo ha ricordato le privazioni dei cubani prima del 1959, che gli sono state raccontate dai suoi genitori, e per questo è grato per le «opportunità che gli ha offerto la Rivoluzione e che pochi non vogliono riconoscere».

Suo figlio ha affermato che «è sicuro che è stata la mafia cubano-americana che ha pagato i provocatori che volevano approfittare della diffícile situazione che vive Cuba. Senza dubbio i giovani di San Antonio stiam a lato dei nostri

dirigenti, e per questo abbiamo occupato i parchi e le strade».

Saidí Pérez Gónzalez, studente di Dirittp e presidente della Federazione degli Studenti Universitari (FEU) en Artemisa, in nome di tutti gli alunni che rappresenta, ha partecipato all’incontro con Miguel Díaz-Canel Bermúdez, «sicura che la gioventù cubana starà sempre all’avanguardia, perche confidiamo che il nostro paese andrà avanti e abbiamo fiducia nel nostro Presidente».

Il più giovane rimpiazzo, l’Organizzazione dei Pionieri José Martí, ha dato un’altra riposta a quelli che cercano di distruggere la nostra sovranità.

«La Rivoluzione potrà sempre contare con la gioventù di Artemisa», ha aggiunto Lázara Quiala Leal, membro del Burò della UJC e presidente della OPJM in questa provincia.

Le bandiere, le grida di Viva!, la coscienza rivoluzionaria e la fiducia in coloro che ogni giorno fanno marciare questa nazione dei Caraibi, hanno affogato in un sospiro d’impotenza il mormorio meschino dei servitori del male che hanno fatto uscire di casa Benito, lo stesso che ha denunciato : «Che si sappia, il popolo di Cuba non è quallo che h aroto la nostra tranquillità oggi né quelli che amano tanto l’impero. Il popolo di cuba sono i medici, gli scienziati che hanno sviluppato i vaccini, quelli che veniamo a dire al Presidente: “Pa' lo que sea Díaz-Canel! Per quello che sarà!”. (GM – Granma Int.)