
Non è stato possibile controllare il terzo focolaio della pandemia nel paese.
Da gennaio 2021 ad aprile, un mese dopo l’altro, lontane da un calo, si sono incrementate le cifre record dei casi diagnosticati e, peggio ancora, dei pazienti morti per la COVID-19 nella nazione.
Al termine dell’ultimo giorno d’aprile, il dottor Francisco Durán García, direttore nazionale d’Epidemiologia del Ministero di Salute Pública (Minsap), ha informato in una conferenza stampa che nel quarto mese dell’anno sono stati registrati 31 346 casi positivi al SARS-CoV-2, cioè 5 660 più del mese di marzo, sino ad allora il periodo con la più alta quantità di confermati, con 25 686.
In aprile c’è stata una media di 1 044 casi al giorno, con più di 1000 positivi nella maggioranza delle giornate.
Sino al 30 aprile sono stati confermati nell’Isola 107 622 casi positivi alla COVID-19, dei quali 5 437 (5,1 %) si mantengono attivi e 101 475 (94,3 %) sono guariti.
In aprile la letalità e la mortalità per il virus hanno presentato un notevole incremento, che ha sommato 229 morti per complicazioni della COVID-19, una cifra che ha raddoppiato il record precedente riportato in febbraio, di 108 deceduti.
In questo modo Cuba accumula un totale di 654 morti per la malattia dall’inizio della pandemia e 508 decessi sono avvenuti nell’anno 2021, nel contesto del terzo focolaio.
L’evoluzione della pandemia ha dimostrato l’alta vulnerabilità dell’età pediatrica (18 anni in Cuba) e degli anziani, e continua l’elevata incidenza della malattia in questi gruppi della popolazione.
Nel mese d’aprile sono stati riportati 4 449 bambini, adolescenti e giovani di 18 anni e meno, positivi al SARS-CoV-2, con una media di 148 casi al giorno.
Disgraziatamente nel periodo ci sono stati i due primi casi pediatrici morti con la COVID-19 nel paese, oltre alla morte di una puerpera per l’epidemia.
Dall’inizio della pandemia al 30 aprile sono stati diagnosticati 13 715 pazienti in età pediatrica (12,7 % del totale), tra i quali 728 minori di un anno, mentre il 94,1 % è guarito.
In quanto al gruppo di 60 anni e più è sempre quello con la maggior quantità di malati gravi e deceduti per il virus nel paese, anche se l’incremento della mortalità nell’ultimo mese non ha discriminato le età.
Che nel mese di maggio diminuisca il terzo focolaio e si ponga fine alla tendenza dei records dei casi positivi e dei morti, dipende in gran misura dalla coscienza della popolazione nel rispetto delle misure igienico-sanitarie, elevando la percezione del rischio, per appoggiare il lavoro e delle autorità e lo sforzo del personale della Salute, che da più di un anno sono al fronte della battaglia contro il virus. (GM- Granma Int.)