OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE

La Televisione Cubana ha denunciato, mercoledì 13, le azioni che fanno parte del detto colpo blando che il Governo degli USA tenta di gestire nell’Isola grande delle Antille Il vicino del nord dopo i suoi fallimenti per decenni del tentativo di distruggere la Rivoluzione, utilizza nuovi metodi con la sua ansia malsana di pretendere di far cambiare la rotta che l’Isola dei Caraibi ha scelto molto tempo fa in maniera sovrana.

Si tratta indubbiamente, come ha segnalato il Presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez, nel suo account in Twitter «di una vecchia sceneggiatura con nuovi attori».

Il materiale televisivo fatto riferimento all’articolo pubblicato in Cubadebate dal giovane  analista dei media di comunicazione Javier Gómez Sánchez, con il titolo «Gli ideologi del colpo blando: Open Society in Cuba e l’articolazione controrivoluzionaria».

Il testo segnala che: «L’aggressività del periodo di governo di Donald Trump, e la posizione di un discorso contro la Rivoluzione, di attori mediatici, con tutta l’intenzione, repulsivi, è stata parte dei piani e non un incidente tra questi, potenziando una controrivoluzione che si presenta come irrazionale e ripugnante, rispetto alla quale la nuova controrivoluzione potrebbe presentarsi come  alternativa, per far sì che questa sia vista dai cubani come preferibile».

In questa  controrivoluzione danneggiata, senza un’agenda propria, violenta e senza radici sociali, si associano personaggi come  Berta Soler y José Daniel Ferrer.

La prima, una persona con una estesa carriera di provocazioni sostenute con il denaro proveniente dalla Fondazione Nazionale Cubano Americana in Florida.

Nell’audiovisivo  si sostiene che per la mancanza d’efficacia delle sue azioni  le hanno presentato il conto e per questo la quantità di denaro che riceve è diminuita. Inoltre segnala che è stata accusata d’aver utilizzato questi fondi per beneficio personale e non per lottare per una presunta «causa di Cuba».

Ferrer si può definire come un delinquente comune con una carriera delinquenziale considerevole, promotore di azioni contro rivoluzionarie, presunto leader fabbricato per dotarlo di riconoscimenti internazionali.

Il popolo  cubano sicuramente ricorderà il video diffuso qualche tempo fa nel quale lui sbatteva la testa varie volte contro un tavolo per accusare poi un ufficiale del Minint d’averlo aggredito.

Nella stessa scena di una controrivoluzione associata alla marginalità e alla violenza, s’includono altri personaggi:  Luis Manuel Otero, che  si è dedicato, attraverso grottesche espressioni pseudo artistiche, a promuovere valori contrari alla Rivoluzione, ai simboli della Patria, molto vicini una e un’altra volta all’illegalità.

In accordo con l’analisi realizzata nel Telegiornale cubano tra questi «attori» di scarsa capacità s’incontra Maykel Osorbo, i cui richiami costanti nelle reti sociali alla violenza, alla mancanza di rispetto e al disordine, incitano a un’invasione statunitense in Cuba.

Con gli stessi fili si muove Denis Solís, un uomo la cui condotta aggressiva e riprovevole socialmente, lo ha portato ad essere  sanzionato per i reato di mancanza di rispetto, dalla sua posizione come motore di mobilitazione per la farsa di San Isidro.

Fuori da Cuba, la controrivoluzione la maneggiano anche altri individui.

Dagli Stati Uniti quelli che sviluppano queste azioni con la complicità o per lo meno il silenzio delle autorità del paese, durante l’amministrazione Trump, sono i seguenti elementi:

•Yamila Betancourt, promotrice di azioni terroriste in Cuba, che paga per la realizzazione di azioni vandaliche nell’Isola e usa le reti sociali per realizzare volgari convocazioni alla mancanza di rispetto.

• Con lo pseudonimo di Ultrack, quest’altro rappresentante della contro rivoluzione cerca di trasferire l’aggressività del suo linguaggio nelle reti sociali cubane, ossia nelle nostra strade.

• Alexander Otaola, che inizialmente attraeva pubblico e seguaci toccando temi relazionati con artisti e la movida, per poi definire la sua chiara linea d’ aggressione contro Cuba e incitare a un’esplosione  sociale nell’Isola mediante la disobbedienza e il caos.

In forma parallela a questi esponenti dell’aggressione contro l’Isola grande delle Antille, convive un’altra versione della contro rivoluzione che secondo l’articolo «La ned sì ha qualcuno che le scrive», di Javier Gómez Sánchez, è una sorta di nuova o neo contro rivoluzione che cerca d’erigersi come alternativa meno ripugnante per terminare come opzione accettate dal popolo.

Anche se non sono tutti, tra quelli compresi in questa linea figura Tania Bruguera, persona che, da una simbolica costruzione nell’arte cerca  benefici e riconoscimenti e alcune delle sue azioni civettano con l’illegalità, includendo l’organizzazione di una provocazione in Piazza della Rivoluzione.

Nello stesso scenario appare Carlos Manuel Álvarez, direttore del media «indipendente» El Estornudo, che dalle sue reti sociali ha denigrato, con un travestimento d’alto livello, il lavoro dei medici cubani all’estero, il Che e Fidel.

Altri vincolati a questa modalità della contro rivoluzione sono Omara Ruiz Urquiola, ex professoressa dell’Istituto Superiore di Disegno, che ha partecipato alla farsa di San Isidro, ed ha relazioni  con alti funzionari del Governo statunitense in Cuba; e la giornalista e ex professoressa dell’Università de L’Avana, Elaine Díaz, che vive attualmente all’estero, che si era dedicata a reclutare  giovani giornalisti a universitari per inquinare i loro ambienti e i loro pensieri.

Si sommano alla lista Eliécer Ávila, giovane cubano residente negli Stati Uniti, che ha dichiarato in molteplici occasioni che scommette sulla violenza e invasione a Cuba e Ariel Ruiz Urquiola, attivo nel lavoro di screditare i medici  cubani all’estero.

In questa catena appare anche  Rosa María Payá, rappresentante degli interessi dell’estrema destra di Miami in relazione con Cuba, che di recente ha pubblicato nel suo account di Twitter: «Per anni ho sollecitato prima all’amministrazione di Obama e poi a quella di Trump di incorporare nuovamente il regime di Cuba nella lista dei patrocinatori del terrorismo perché è corretto e coerente».

Come supporto all’attività di questi promotori del “cambio di regime in Cuba”, ha fatto proliferare  la creazione di media come Cibercuba, El Estornudo, Cubanet, El Toque e la Joven Cuba, tra gli altri.

«Sono media digitali creati e sostenuti come parte di un’operazione a lungo tempo, implementata dalla CIA in Cuba per fabbricare una stampa che, da internet, generi contenuti politici deliberatamente tossici verso la Rivoluzione, con la facciata dell’esercizio giornalistico », precisa nel suo articolo Gómez Sánchez.

Intanto dagli USA organizzazioni come la Usaid, la NED (National Endowment for Democracy) e la Open Society Fundations, stimolano, con concorsi e borse di studio la promozione di leaders controrivoluzionari, com’è avvenuto con Yoani Sánchez, finanziata con milioni, tra gli altri.

Ossia, tanto l’espressione grottesca e annessionista dei marginali dentro e fuori da Cuba, come quella delle voci con un discorso più elaborato, è una stessa controrivoluzione; alcuni sciupati, meno curati dai loro padroni e altri che rispondono a nuovi tempi con discorsi apparentemente più conciliatori, ma tutti con lo stesso proposito finale: distruggere la Rivoluzione. (GM – Granma Int.)