OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
il Concetto dell’ordinamento monetario è che il paese lavori con una sola moneta: il peso cubano. Foto: Jorge Luis González

Cuba, storicamente, ha scommesso sulla sovranità. Dalla sua formazione come nazione, gli indipendentisti valutarono come imprescindibile questa condizione per affrontare i desideri interventisti di qualsiasi altro Stato.

Nella modernità, di fronte alle sfide digitali imposte per l’applicazione indebita di dati privati, la ciber vigilanza e la proliferazione di notizie false, sosteniamo la necessità di una sovranità tecnologica pensata dall’uso e lo sviluppo del

software libero, l’attivismo contro l’egemonia la produzione industriale e la gestione dello Stato.

E anche, come parte del nostro sviluppo, abbiamo difeso la sovranità monetaria.

Con il processo d’unificazione, Cuba manterrà come principale moneta di circolazione nel paese il peso cubano (CUP), così come aveva informato il membro del Burò Politico del Partito, Marino Murillo Jorge, capo della Commissione Permanente per l’Implementazione e lo Sviluppo , il 20 dicembre del 2013, durante una sessione plenaria dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare.

Il peso cubano convertibile (CUC), sorto nel 1994, non rimarrà, nel mezzo dall’avverso contesto lasciato dalla scomparsa del campo socialista e con l’indurimento del blocco.

CONCETTI IMPRESCINDIBILI

«Difendere la moneta nazionale garantisce la sovranità monetaria», ha spiegato a Granma la specialista della Direzione degli Studi Economici del Banco Centrale di Cuba, Karina Cruz Simón.

«Senza dubbio -ha precisato -non serve a niente avere una moneta nazionale e poi danneggiare le sue funzioni come denaro, con spese eccesive o una maggior quantità di questa in circolazione, molta più di quella che realmente si necessita nell’economia, cosa che può provocare distorsioni.

«Essere capaci di maneggiare una moneta nazionale è l’ideale, specialmente, per contare su strumenti monetari utili in momenti di crisi come questo, con la COVID-19».

LE FORZE DEL CUP

L’8 novembre del 2004 fu definito, con l’inizio della circolazione del CUC nei centri commerciali e dei servizi del paese, come un giorno storico perché si ottenne la sovranità monetaria totale.

Questo, inoltre permise al BCC di mantenere uno stretto controllo sull’emissione monetaria e l’ammontare delle monte cubane in circolazione nel paese.

Ma più di 30 anni di doppia moneta hanno accumulato molti problemi.

Tra gli effetti negativi provocati dal tipo di cambio apprezzato di 1 CUC x 1 CUP nel settore statale, c’è stato quello relazionato al quale sono diventati meno redditizi in CUP i prodotti e i servizi esportati.

Inoltre calò lo stimolo della sostituzione delle importazioni, riducendo il valore dei beni e dei servizi importati e presentando, in paragone come più costosi i prodotti nazionali destinati come strumenti per le produzioni nel paese e per il consumo della popolazione.

Si generarono distorsioni nelle cifre presentate dagli status finanziari inabilitati per usarli come un efficace strumento di direzione, così come errori di precisioni nell’informazione per la realizzazione degli studi di fattibilità e la valutazione economica degli investimenti e tutto questo ha portato a una mancanza di chiarezza nella visione economico - finanziaria per prendere le decisioni adeguate a tutti i livelli.

Di fronte a questo panorama, il Dottor Joaquín Infante Ugarte, premio nazionale d’Economia, in vari articoli specializzati considera una «decisione trascendentale» l’unificazione monetaria e la svalutazione del CUP.

Con la svalutazione, ha detto, s’eliminerà la contraddizione fittizia che l’incremento delle esportazioni e la sostituzione delle importazioni (che sono buone per il paese, perchè incrementano le entrate di divisa), sono nello stesso tempo negative per le imprese, incrementando le loro perdite in CUP, determinando che l’incremento delle esportazioni e la sostituzione delle importazioni «si trasformi in un obbligo del Piano un impegno politico».

Si prevede che la misura potrà anche incrementare le entrate totali in divisa del paese, partendo dallo stimolo delle imprese e dei loro lavoratori, aumentando le esportazioni.

Ugualmente, si assume questo probabile impatto con i prezzi in pesos cubani dei prodotti in vendita che nello stesso tempo non avranno l’eccessivo peso che hanno oggi le importazioni di beni e servizi, rivalutando il costo di strumenti e merci importate in pesos cubani.

Sarà anche possibile determinare con maggior precisione la competitività internazionale dei fondi esportabili e dei prodotti e servizi che sostituiscono le importazioni, si misureranno più obiettivamente gli indici macroeconomici come il Prodotto Interno Lordo e le Entrate Nazionali, gli indici della Bilancia degli Incassi e dei pagamenti, il Piano dell’Economia e il Bilancio dello Stato.

Ma soprattutto si disporrà di una sola moneta, il peso cubano, con una forza liberatoria illimitata nel paese.

Una moneta ufficiale unica, con un solo tipo di cambio per tutti i settori e per la popolazione.

DatI d’interesse sul peso cubano (CUP)

La doppia moneta in Cuba inizia il 7 novembre del 1914, quando la Gazzetta Ufficiale notifica la creazione del peso cubano e la continuità della circolazione del dollaro come moneta di corso legale e con forza liberatoria illimitata.

La moneta cubana dapprima si coniava negli Stati Uniti, poi nei paesi dell’antico campo socialista e dal 1955 nel territorio nazionale.

La circolazione del CUP e del dollaro s’interrompe con l’approvazione il 22 dicembre del 1948, di una legge del BNC che stabilisce il peso cubano come unica moneta in circolazione nel territorio nazionale.

Nel 1994, il BCC autorizzò la circolazione del peso convertibile (CUC), equivalente al dollaro.

A metà del 2003 si elimina la circolazione de dollaro nel settore statale e si autorizza solamente la circolazione di due monete nazionali: il peso cubano e il peso cubano convertibile.

Nel 2004, il BCC estende questa misura al commercio al minuto.

 NEL CONTESTO:

Cuba non “dollarizzerà” la sua economia

«La Strategia Economica e Sociale di Cuba non concepisce che in futuro s’incrementeranno le offerte in Moneda Liberamente Convertibile (MLC)», ha spiegato il vice primo ministro e ministro dell’Economia, Alejandro Gil Fernández, durante la Mesa Redonda di mercoledì 14 ottobre, alla quale ha partecipato con il capo della Commissione Permanente per l’Implementazione e lo Sviluppo, Marino Murillo Jorge, per rispondere alle opinioni e inquietudini della popolazione sull’ordinamento economico della nazione.

Gil Fernández, di fronte alla domanda di perchè se si vuole lasciare una sola moneta si aprono in continuazione mercati in MLC, ha spiegato che la ragione è il complesso contesto finanziario e di rifornimenti che vive Cuba, soprattutto dal 2019.

«La situazione della mancanza di rifornimenti del mercato al minuto si deve, dall’anno scorso, soprattutto all’indurimento del blocco, la mancanza di combustibili e i danni alle entrate del turismo senza voli e senza navi da crociera», ha segnalato il ministro che ha definito questa misura «necessaria ma non desiderabile».

Poi ha aggiunto che i mercati senza prodotti non sono fonti d’entrate.

L’industria nazionale cubana con capacità produttive installate e senza poter produrre per mancanza di finanziamenti, non partecipa all’economia informale o parallela e corre il rischio di non svilupparsi.

Stiamo affrontando uno scenario che non è abituale: più blocco, frontiere chiuse da marzo, scontri sulle entrate generate per le esportazioni …, ha precisato, ed ha sottolineato la necessità che la popolazione del paese comprenda la circostanza singolare.

«Il concetto dell’ordinamento monetario è che il paese lavori con una sola moneta: il peso cubano, ha detto e per questo questa misura d’apertura dei mercati in MLC è transitoria, aggiustata al momento che il paese sta vivendo.

Come misura, ha precisato, stiamo avendo risultati che permettono che l’industria nazionale partecipi, che si riforniscano i mercati con le proprie risorse e si incassi divisa. La strategia non è “dollarizzare” l’economia», ha segnalato. Pretendiamo, in un futuro, di restare con una sola moneta: il CUP che è la moneta con cui si pagano i salari e si vendono i prodotti al minuto e all’ingrosso.

Quello che non si può, ha insistito, è prevedere sino a quando ci saranno questi mercati, perchè ci troviamo in un momento eccezionale, che è transitorio». (GM- Granma Int.)