OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
I viaggiatori della nave da crociera britannica ms Braemar, con malati di Covid-19, hanno trovato un porto sicuro a Cuba e una speranza per salvare le proprie vite, di fronte alla disumanizzazione e all’egoismo di quelli che hanno voltato loro le spalle. Foto: Ricardo López Hevia

L’isola di Cuba è stata, il 18 marzo, protagonista di uno degli avvenimento più notevoli di questo giovane secolo XXI. E il premio non è stato, per sorpresa di tutti, la vanagloria insipida di terminare con successo un’azione d’alto rischio.

Cuba non fatto altro che riaffermare la convinzione di continuare ad aiutare, in Nicaragua, in Venezuela, e in ogni angolo di questo mondo dove manca un camice bianco e un poco di sensibilità o dove la parola Covid-19 rompa un paio di valori alla società.

Perchè la forza motrice del popolo e del Governo cubani è la solidarietà, scritta in maiuscolo, come maiuscolo è il legato dell’uomo che ci ha lasciato in eredità questo e altri tesori intangibili.

Quello che è successo mercoledì 18 nel porto di Mariel va oltre i titoli che ha giustamente accaparrato e si traduce con la parola Umanità, stavolta calata nell’anima di quelli che hanno vissuto l’esperienza con tinte di disciplina e di professionalità estreme, quelli che hanno vissuto un colpo di bene calcolato, ch ha cancellato in un attimo la paura e lo scetticismo, questa paura animale che, lo confesso, ho sentito anch’io.

La nave da crociera ms Braemar, che è stata gettata da un porto all’altro in questa parte del mondo, sino a che si è aggrappata alle buone intenzioni cubane e ha vibrato tanto d’emozione, come gli stessi locali di fronte a un’azione che non per disinteresse o mancanza d’affabilità, ha smesso d’essere pensata ed eseguita con la precisione chirurgica alla quale ci ha abituato in paese in questo genere di avvenimenti.

Gli irriconoscenti dovrebbero dimenticarsi della battaglia all’ebola in Africa, delle cataratte negli occhi dell’America Latina, al colera di Haiti e delle ferite di tanti terremoti e cicloni in tutto il mondo. Perchè questo coronavirus dovrebbe essere un’eccezione?

Perché Cuba non solo ha salvato vite umane per un giorno che è durato due aurore, ma ha dato a questo mondo una lezione di nobiltà, di solidarietà, ed ha lasciato una porta aperta invitando ad essere più generosi.

In un ambiente entropico e di jungla, dove molti uomini e nazioni non comprendono che lasciar morire migliaia di persone non va bene, e che aiutarle dovrebbe essere quanto meno un riflesso umano, Cuba si contrappone (e, questo molesta) divorziando dalle condotte meschine manifestate con questa terribile malattia.

Il coraggio con cui Cuba ha evacuato la nave da crociera britannica con amore e rispetto per la vita, non è nemmeno il principio di quello che questo paese può offrire all’epoca.

«Io ti amo Cuba», hanno detto i salvati con il loro cartello; «Io vogli un mondo con molte Cuba», ho pensato io. (GM – Granma Int.)