
Ogni volta che lo vedono avvicinarsi alle aree della scuola Vilma Espin nel municipio Playa della capitale, i bambini si riuniscono e gli dicono in coro: “Fidel amico, io voglio stare con te”, e allora il leader della Rivoluzione li saluta e in molte occasioni ordina di fermare l’auto e si ferma a parlare con loro.
Mercoledì 6 aprile è successo così mentre stavamo provando il mattutino, la cerimonia per il 3º anniversario della scuola, gli 86 anni di Vilma e i 55 degli asili d’infanzia, una delle opere più sensibili dell’Eroina della Sierra e del Piano.
“Eravamo nel portale controllando gli ultimi dettagli della cerimonia, quando abbiamo visto passare Fidel per la strada lì di fronte”, racconta emozionata Rubizaida Riverón Pozo, direttrice del Complesso scolastico.
Subito i saluti e le parole d’ordine e il Comandante di nuovo tra di noi.
“Immediatamente si è interessato a quello che stavamo facendo.
Quando gli abbiamo spiegato che stavamo provando l’attività del giorno dopo e l’abbiamo invitato ad assistere, ci ha ringraziato e ha detto che avrebbe cercato di venire ch enon era sicuro ma che dovevamo cominciare all’ora prevista anche se lui non era ancora arrivato…”
Così le aspettative sono cresciute tra gli insegnanti e il centinaio di alunni del Complesso, un centro fondato da lui nel 2013, nel quale si transita dall’asilo alla scuola media, ha segnalato Rubizaida.
Fidel considera che questo tipo di scuola e asilo fondato dalla Rivoluzione nelle città, va rivoluzionato per stare all’altezza della nostra strana epoca.
Lui spiega che: “Questo è un dovere come militante rivoluzionario sino a che respiro”.
COME IN UN SOGNO
Come tutti desideravano, Fidel ha visitato il centro docente per la seconda volta in meno di 24 ore.
“ Sono arrivato tardi?, ha chiesto, mentre i piccoli accompagnati dai genitori o dai maestri dicevano di nuovo “Fidel, amigo! Yo quiero estar contigo!”
Precisamente ai bambini ha dedicato molte delle sue idee nell’incontro.
La pioniera di quinta elementare Lorena Reyes Ramírez, a capo del collettivo, considera un grande privilegio ascoltarlo e lo ha ringraziato a nome di tutti per la sua presenza fisica e per tutto quello che ha fatto per noi.
“Fidel ha raccontato aneddoti di quando era studente nel capitalismo”.
“Ha paragonato quell’epoca a tutto quello che abbiamo oggi, per esempio nella nostra scuola, e vedendo la nostra preparazione ci ha detto che abbiamo più esperienza che i nostri maestri, eccellenti e combattivi giovani, che non hanno avuto però il privilegio di condividere le nuove esperienze”.
“Ci ha parlato dell’importanza di studiare molto, di comportarci bene, di avere disciplina. Si è preoccupato per quello che vogliamo essere nel futuro. Ha anche parlato della necessità d’alimentarci correttamente, di avere una dieta bilanciata” ha commentato.
“Ci ha detto che ci vedeva molto sani e si è interessato al menù del giorno”, ha commentato Lorena.
La stessa soddisfazione l’hanno provata altri pionieri come Maryanis, Talía o Zurizaday, che hanno potuto parlare direttamente con il Comandante, che ha stretto loro le mani, ad ognuno.
“Prima loro dovevano percorrere circa tre chilometri per andare a scuola, o prendere un trasporto con i rischi che implica”, ha segnalato Yordanka Fernández Trujillo, l’amministratrice del centro.
“Adesso nel Complesso Vilma Espín, possono entrare dall’asilo, frequentare le elementari e presto anche le medie nella stessa scuola rurale”.
Queste caratteristiche, con l’eccellenza del luogo, hanno richiamato l’attenzione di Fidel, che ha esclamato : “ Noi che siamo qui consideriamo un privilegio riunirci in questa scuola, perchè questa istituzione è vicina a quello che è un sogno”.
“Stavo cercando di ricordare se ci sono altri posti dove si applica questo concetto, ma non mi appare. Speriamo che l’idea si possa applicare a tutti i bambini. Sarà doveroso seguire da vicino questa esperienza!”
Giovani maestri come Elsa María Bermúdez vedono i momenti trascorsi con Fidel come una giornata d’impegno eterno con la Patria perché: “Abbiamo avuto la fortuna di parlare con lui direttamente. Lui ha riconosciuto che questa scuola potrà diventare un modello per l’educazione, con l’apporto dei giovani”.
Yailenis Pérez, Yaicel Ramírez, Elimay Piloto e altri che con soli 20 anni insegnano nei distinti blocchi docenti dell’istituzione, che include la biblioteca e i laboratori di computazione, la pensano come lei.
Durante l’incontro alcuni dei 22 bambini dell’asilo hanno mostrato spontaneamente al Comandate quello hanno appreso dai loro maestri e dagli ausiliari. Uno di loro, Keyler Bryan Portelles, di quattro anni ha preso il microfono e ha recitato “Coltivo una rosa bianca”, di José Martí.
Un altro piccolo di quattro anni, Alex David Ramírez, ha declamato una decima dedicata a Vilma, scritta dopo la sua morte:
“Vilma, Cuba sta soffrendo, ma non è malata nè triste, perché sa che tu compiuto l’opera della vita.
La tua anima è sempre vestita d’amore e Rivoluzione, indomabile passione, un cammino d’oro, quello in cui passa, il tesoro immortale della nazione”.
Lo spirito dell’Eroina ha presieduto ogni gesto, ogni abbraccio, ogni parola detta, ogni canzone.
E Fidel, interpretando il sentimento di tutti, ha sintetizzato in una frase il valore dell’omaggio.
“Io sono sicuro che in un giorno come oggi Vilma sarebbe stata molto contenta, perchè starebbe guardando. Lei ha sacrificato la sua vita, ma tutti quelli che muoiono lottando per la Rivoluzione lasciano energia nel cammino, lasciano lo sforzo e trasformano in realtà i loro sogni. (Juventud Rebelde / Traduzione GM – Granma Int.)




