OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE

Com’è orgogliosa Cuba, che bella giornata le ha regalato Leyanis Pérez, la ragazza di Pinar del Río. È la campionessa mondiale del  salto triplo, con un volo di 14,94 metri nell’appuntamento di Tokio.

È una pietra miliare la sua vittoria  perchè dal 2019, l’Isola grande  delle  Antille non vinceva una medaglia d’oro in atletica  dopo il trionfo di Yaimé Pérez nel lancio del disco, a Doha; perché è la prima medaglia d’oro nel Mondiale  2025, in qualsiasi sport, perché la sua medaglia è il podio numero 65 nei mondiali.

La sua prodezza ha superato le due ultime campionesse olimpiche: la dominicana  Thea Lafond (14,78), a París-2024, e la venezuelana, sempre grande, Yulimar Rojas (14,76), a Tokio-2020

Come se non bastasse, non ha lasciato morire il regnato del Centroamerica e dei Caraibi, continuando un potere cominciato dalla colombiana Caterine Ibargüen, nei vertici del 2013 e 2015, e che Yulimar continuò nel 2017, 2019, 2022 e 2023.

Le nazioni dell’America Latina e dei Caraibi vivono orgogliose con questo podio, e anche perchè le primer abitano le coste dei Caraibi, la casa dei piccoli, quella che ospita i cuori più nobili.

La combattiva cubana Liadagmis Povea (14,72) è stata quarta, e la giamaicana Shanieka Ricketts (14,66) quinta.

La storia premia coloro che s’impegnano senza badare a difficoltà e avversità. Leyanis Pérez, una bella negra dell’ovest cubano, di 23 años, con un sorriso contagioso e emozioni a fior di pelle, è diventata campionessa mondiale nello stesso giorno in cui 45 anni fa un altro negro dell’estremo est dell’Isola divenne il primo cosmonauta latino americano. Il guantanamero Arnaldo Tamayo Méndez volò nel cosmo il 18  settembre del 1980.

«Sono venuta a vincere, a cercare questa medaglia d’oro, sapevo che avrei potuto, ho avuto un anno grande.  Yulimar? Grande, sono molto felice che abbia gareggiato, ci motiva tutte, continua come punto di riferimento. È tornata con un bronzo e questo dice molto di lei».

Con queste parole si mostrano la nostra etica, la sportività e la grandezza di questa giovane che ci ha fatto fare tre salti d’orgoglio patrio.

Era il 3 agosto del 2024, esattamente un anno e 45 giorni fa,  quando nello stadio olimpico di Parigi, tutti, anche i suoi rivali speravano di vederla su un podio, anche nel più alto. Ma terminò quinta.

Allora scrissi in questa stessa pagina «che questa nube non deve nascondere il sole. Per questo sono d’accordo con lei: “Non mi metto a piangere anche se è chiaro che non sto bene, e sono davvero poco contenta, anche se stare nei Giochi Olimpici è motivo di soddisfazione”».

Aveva ragione Leyanis Pérez a non piangere, ma ad alzarsi, perchè ha avuto un 2025 impeccabile, vincendo il Campionato Mondiale a chiuso nel marzo, la Lega di Diamante, la seconda volta consecutiva, una cosa che avevano fatto solo la colombiana Caterine Ibargüen e la venezuelana Yulimar Rojas. È giunta al Campionato Mondiale con tre salti al disopra di 14,90, includendo el 14,93, ottenendo il meglio della campagna.

Ma se nell’agosto dell’anno scorso, quando si attendeva lo splendore  di Cuba nel medagliere dei cinque anelli ilgiorno si era annuvolato , questo 18 settembre Leyanis Pérez ha riempito di allegria la sua  natale Pinar del Río e tutta Cuba con il suo titolo nella gara mondiale a Tokio.

Come a Parigi si sperava, ma non per questo smetteva d’emozionare giustamente, perché ha saputo innalzarsi e assumere la condizione di leader.

Pochi giorni prima della competenza aveva detto che sì, poteva, e lo ha dimostrato abbondantemente, tanto che in una sola notte ha ottenuto la stessa quantità di risultati al disopra dei 14,90 di quelli ottenuto in tutto l’anno. 

Inoltre ha migliorato di un centimetro quello che era il massimo di questo periodo.

Con il suo primo tentativo, 14,85, si è posta davanti a tutte le rivali ma lei sapeva che almeno sei di loro potevano superare questo risultato.

Dopo il foul nella sua seconda uscita, ha realizzato il salto in 14,90 e, per lasciare il minimo margine possibile a una rimonta, ha salutato con due 14,94.

L’ultimo nella sua sesta apparizione, poteva persino superare la barriera dei  15 metri.

Dei tre movimenti, nel primo ha ottenuto  5,64, nel secondo (quello che ha detto che è il suo tallone d’Achille) ha raggiunto 4,29 e nel terzo 5,01. Però il significato di questo tentativo è che ha regalato nella tavola che marca la validità del salto, 15,7 centimetri. Se invece di questa quantità avesse perso i sette che aveva lasciato con il 14,90 della terza volta, allora si starebbe parlando de una marca di più di 15, circa 15,02.

«Sono venuta a cercare la medaglia d’oro e sono molto contenta. Certo che venivo per i 15 metri, che non ho ottenuto ancora, ma mi sono sforzata moltissimo», ha detto  Leyanis Pérez, già con la sua medaglia d’oro.

In contatto con il collega Javier Clavelo e la giornalista di Jit, Eyleen Ríos, abbiamo saputo che la nuova regina del mondo ha detto di sentirsi molto soddisfatta del ritorno di Yulimar Rojas.

«Competere con lei è sempre un’opportunità, è tornata e ha vinto una medaglia di bronzo; so che veniva per il suo titolo, perché è una grande competitrice, ma ora è ricaduta dietro me. Sì, ha avuto molta fiducia nella stagione che aveva avuto».

 ROXANA INVOCA A LA GRAN ANA FIDELIA QUIROT

Ancora con il petto gonfio d’emozione per Leyanis, le pulsazioni hanno emozionato per la corsa dei 400 metri, la più rapida della storia di questa prova, nella quale la cienfueghera Roxana Gómez non è stata una qualsiasi, ma una protagonista di lusso.

Solo due donne avevano ottenuto 48 secondi nella curva dell’ovale,  la tedesca Marita Koch (47.60) e la ceca Jarmila Katrolichova (47.99), e l’ultima volta che era accaduto fu 40 anni fa.

Ma nel Mondiale di Tokio, nella finale, altre due hanno superato questa barriera: la statunitense Sydney McLaughlin-Levrone (47.78 segundos) e la dominicana Marileidy Paulino (47.98), e hanno ottenuto il primo e il secondo posto. La nueva campionessa è restata a soli 18 centesimi dal record del mondo, in potere della Koch dal 6 ottobre del 1985.

Con questi due risultati che ora sono il secondo e il terzo della storia, Roxana si è lanciata tra i motori di queste turbine e lo ha fatto così bene che è entrata  con lo spettacolare cronometro di 49.48, con il quale ha lasciato indietro il record nazionale di 49,61, opera della singolare Ana Fidelia Quirot, nel 1991.

«Sono venuta a Tokio con l’obiettivo di rompere il record cubano, sono molto felice e grata al mio allenatore. È stata una corsa durissima, ma sono andata senza pensare a quanto ero forte, ma solo in avanzare», ha detto quella della Perla del Sud, ancora ansimante  dopo il suo storico sesto posto.

COOPER E ANISLEIDIS, ORA PIÙ CHE MAI

Come le sue compagne, Dayli Cooper e Anisleidis Ochoa hanno ottenuto nella capitale giapponese i loro migliori tempi.

La prima, negli 800 metri starà nella semifinale, dopo un tempo di  1:58.16.

Ochoa ha corso a Cuba le prove di fondo e nelle piste dei mondiali e nei 5 000 metri è giunta al 19 posto, ma ha realizzato il suo obiettivo. Ha ottenuto nei mondiali il record nazionale di 15:31.35.(GM/Granma Int.)

Parole chiave: Cuba, orgoglio nazionale, salto triplo, medaglia d’oro